
Nei giorni scorsi si sono svolte nel porto di Gaeta importanti operazioni di controllo relative a carico, scarico e trasporto delle merci polverose. Gli sforzi delle forze addette ai controlli e degli operatori, impegnati ad operare nel rispetto delle normative vigenti relative alla movimentazione di materiali inquinanti, rischiano però di essere vanificati da una carente gestione e manutenzione delle banchine portuali. Una degradante e inquinante montagna di ferraglia giace ormai da mesi nel centro della banchina principale e diffonde un senso di degrado ed abbandono che umilia la bellezza dell’intero golfo. Certamente ci saranno ragioni di ordine fiscale e giudiziarie considerando le vicende che hanno accompagnato la montagna di ferro nei mesi scorsi, ma è incredibile che tutto il clamore suscitato abbia provocato come effetto solo lo spostamento da un punto all’altro dello spazio portuale del cumulo di materiale.

Non si riesce a comprendere come sia possibile tollerare tanto disagio. Esso è stato talmente forte che un gruppo di crocieristi approdati nel mese scorso di fronte alla montagna di detriti è partito disgustato dal nostro porto e ha documentato la situazione con una nota pesante di protesta indirizzata a le autorità preposte senza effetto alcuno. Certamente i cittadini possono solo esprimere la propria indignazione, non avendo alcuna possibilità di fare altro, ma non riusciamo a comprendere come l’Autorità portuale, l’amministrazione comunale e altri enti che hanno competenza siano inerti di fronte a una così incresciosa situazione.

Il ferro perché è rimasto in banchina? E’ stato venduto? Deve partire? Se è in attesa di imbarco che questo avvenga subito altrimenti venga rimosso e portato in uno spazio idoneo, certamente il porto di Gaeta non è in grado di sopportare oltre tale presenza. Infatti non è compatibile con la volontà unanime di tutti gli addetti ai lavori e di tutti i cittadini che si sono impegnati per la realizzazione di una struttura portuale moderna ed eco-sostenibile in grado di rilanciare, come nel caso del pellet, il nome di Gaeta su uno scenario internazionale.