Tra i venti indagati dalla Procura della Repubblica di Latina, per un’ipotesi di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, concussione, falso e abuso d’ufficio, in un sistema composto da amministratori, dirigenti e dipendenti del Comune di Formia e privati imprenditori, è forse lui il personaggio più discusso e controverso.
Antonio Calvano, dopo essere già stato sentito dal titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, come abbiamo raccontato, ha deciso di accettare l’invito e rilasciare un’intervista esclusiva ad H24notizie.com (di cui proponiamo una breve clip prima della messa on line domani giovedì alle 14), dove, ad emergere con chiarezza, è anzitutto la sua ammissione di colpa riguardo alcuni dei fatti contestati dalla Procura. Ma è con altrettanta chiarezza che “Totò”, come tutti lo conoscono, ricorda che l’illegalità degli atti amministrativi, come lui stesso suppone, possa sussitere nell’ipotesi accusatoria, nelle responsabilità di molti altri amministratori.
D’altronde “quando si sbaglia – precisa – non si è mai da soli”. Sia consiglieri che assessori, almeno per quanto riguarda la parte politica. Ricordando tra le altre cose anche un possibile coinvolgimento di attuali componenti dell’amministrazione, sia di maggioranza che di minoranza. Logiche di spartizione, assegnazioni assessorili, tornate elettorali, corsie preferenziali per le procedure amministrative, clientele, “favoritismi” e molto altro ancora nelle parole di Totò, che lasciano intravvedere con tutta chiarezza, il consolidamento di un di sistema che di fatto ha sempre condizionato la vita amministrativa di questa città.
“Come di tutte le altre pubbliche amministrazioni”, come lui stesso tiene a precisare: “il caso Mose di Venezia è emblematico”. Non ci sta Totò a fare il capro espiatorio, e allora senza mai dimenticare di riconoscere i propri sbagli, non intende fare sconti a nessuno, specie tra quelli che pensano di restarne fuori.
LA VICENDA
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