Si è tenuto questa mattina, venerdì, l’interrogatorio dell’avvocato Enzo Cantagalli arrestato insieme ad altre quattro persone, già sentite dal gip di Latina, nell’ambito dell’inchiesta relativa al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, al quale gli inquirenti contestano anche i reati di permanenza sul territorio nazionale di cittadini extracomunitari e spendita di monete false. L’uomo, difeso dall’avvocato Massimiliano Fornari, è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bologna, Rita Chievici, che ha tenuto l’interrogatorio su delega del gip di Latina Guido Marcelli. L’avvocato ha spiegato che le pratiche relative ai permessi di lavoro gli sarebbero state sempre passate dall’Anpa, il sindacato nazionale degli imprenditori agricoli. Lui avrebbe solo verificato che i documenti fossero a posto, chiedendo per questo un onorario.
Chiarita anche la questione dei datori di lavoro che lasciavano come domicilio un indirizzo al centro di Latina, dove chiaramente non potevano esserci aziende agricole. Elemento che aveva fatto scattare le indagini. I vari imprenditori agricoli avrebbero utilizzato l’indirizzo del loro commercialista.
Per quanto riguarda infine il reato di spendita di monete false, Cantagalli sarebbe stato effettivamente trovato in possesso di 300 euro falsi, che avrebbe però ricevuto da un suo cliente già denunciato per questo. Nell’ambito del procedimento in corso avrebbe chiesto al pm un interrogatorio che non sarebbe stato accordato. Per questo sull’accusa del possesso di 200mila euro falsi, che non sarebbero mai stati trovati, Cantagalli si è avvalso della facoltà di non rispondere.
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