È stato raggiunto un accordo sul risarcimento che Stefano, Maurizio ed Enrico Botticelli consegneranno alle famiglie di Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne, che avevano perso la vita nella sparatoria del 29 ottobre 2012 nella stazione di servizio Eni di Sezze Scalo. Un milione e 425mila euro da distribuire alle undici parti civili e parti offese che hanno quindi revocato la loro costituzione nel processo in corso al Tribunale di Latina, davanti la Corte d’Assise presieduta dal giudice Piefrancesco De Angelis.
Soddisfatti gli avvocati di parte civile, tra cui Angelo ed Oreste Palmieri, Fabrizio D’Amico, Dino Lucchetti, Cesare Coletta e Fabrizio Cannizzo che durante l’udienza del primo aprile avevano rifiutato la prima proposta di risarcimento, inferiore al milione di euro.
È stato ammesso, dopo la richiesta degli avvocati della difesa tra i quali Giuseppe Poscia e Alessandro Paletta, il rito abbreviato. In questo modo gli imputati potranno ottenere lo sconto di un terzo sulla eventuale pena loro inflitta. La requisitoria del pubblico ministero, che durante l’udienza di questa mattina ha introdotto nel capo di imputazione l’aggravante per futili motivi, è stata infine fissata per il prossimo 17 giugno.
Stefano Botticelli, il fratello Maurizio e il nipote Enrico sono accusati del duplice omicidio di Radicioli e Marchionne e del duplice tentato omicidio di Gianluca Ciprian, dopo una discussione tra Radicioli e Stefano Botticelli per un debito legato, secondo quanto emerso dalle indagini, a un traffico di sostanze stupefacenti. La dinamica dei fatti era stata ricostruita anche grazie ad alcuni testimoni che avevano assistito alla sparatoria.
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