Mitili illegali, coinvolta una società di Gaeta nell’operazione della Guardia di Finanza di Venezia

guardia finanza gaetaAGGIORNAMENTO – La Guardia di Finanza di Venezia ha condotto una brillante operazione di polizia giudiziaria riuscendo a scoprire una vasta rete di società, tutto con un progetto criminoso, ai danni dello stato e della sleale concorrenza, dove l’obiettivo comune è la pesca di frodo e la commercializzazione di prodotti ittici (vongole) in zone vietate, i cui pagamenti avvenivano tassativamente solo ed esclusivamente per contanti.

L’operazione si consumava sempre di notte, la folta rete era ben organizzata e molto ampia. I cosiddetti “pali” venivano posti nei punti più strategici ed osservavano ogni movimento dei militi addetti ai controlli e non appena le imbarcazioni della Guardia di Finanza lasciavano l’ormeggio immediatamente i pescatori di frodo venivano informati, interrompendo le operazioni di pesca e provvedendo a mettersi al riparo.


La Guardia di Finanzaguardia di finanza con la sezione aeronavale unitamente ad innumerevoli appostamenti, anche con rilevamenti a infrarossi e di calore è riuscita a ricomporre il “puzzle” e a cogliere in flagranza di reato tutti gli addetti ai lavori.

Tutti i prodotti pescati venivano dirottati nel centro Sud e poi collocati sui mercati, anche nella grande distribuzione a prezzi – ovviamente – concorrenziali.

Sono state arrestate 44 persone di cui 24 in carcere e i restanti ai domiciliari. L’antimafia indaga sulle infiltrazioni di clan della camorra, soprattutto sulla presenza di terminali della criminalità organizzata.

cozzeTra le società indagate che compaiono nella maxi operazione dell’ordinanza di custodia cautelare a firma del giudice veneziano Antonio Liguori, figura anche un’azienda sita in provincia di Latina, precisamente nel Comune di Gaeta.  La società fa esclusivamente capo un imprenditore romano, escluso dalle indagini (richiesta precisazione vedi nota a fine pagina avvocato Marco De Rossi), detentore del 50% della compagine societaria ed anche amministratore di fatto in considerazione che l’attuale legale rappresentante è un dipendente nativo di Napoli il restante 40% di proprietà di un’azienda di Formia nota nel settore.

Per l’imprenditore romano parrebbe essere consuetudine detenere quote societarie e non comparire mai come legale rappresentante atteso che stessa situazione la troviamo anche per in un’altra società di Gaeta.

La società oggetto d’indagine, fonda la sua attività su un impianto di depurazione da dove si presume veniva convogliato il prodotto veneto, che allo stato è di esclusiva proprietà del Tribunale di Latina e regolato con un contratto di fitto d’azienda in attesa delle indicende aste. Il curatore è Antonio Candeloro di Formia. Lo stesso imprenditore è riuscito anche a strappare un altro contratto di fitto, sempre dal Tribunale di Latina, per il tramite della società società sopra menzionata, di cui l’imprenditore romano detiene un’altra quota, operante nello stesso settore ittico.

Insomma parrebbe che le sue aziende sono tutte in fitto dal Tribunale di Latina e nella peggiore delle ipotesi non gli verrebbe ascritto nessun reato non ricoprendo cariche legali, e tra l’altro non perderebbe nulla non possedendo nulla. Le indagini proseguono.

Richiesta di precisazione e rettifica, ore 17.58 del 31 maggio 2014.

Ci scrive l’avvocato Marco De Rossi degli studi legali associati Perno&Cremonese – Radice&Cereda in merito all’operazione “Laguna reset” cui l’articolo fa riferimento e coordinata dalla Procura della Repubblica di Venezia chiedendo l’oscuramento del nome del proprio cliente in quanto: “Il mio assistito risulta del tutto estraneo non essendo incluso fra gli indagati, né, tanto meno, destinatario di alcun provvedimento cautelare”.

Inoltre:

“- rettificare immediatamente – e comunque entro 12 ore dalla ricezione della presente – l’articolo “Mitili illegali, coinvolta una società di Gaeta nell’operazione della Guardia di Finanza di Venezia” pubblicato sul portale web “h24notizie.com” specificando espressamente che l’imprenditore romano è estraneo a qualunque indagine;

– correggere il medesimo articolo immediatamente eliminando ogni riferimento all’imprenditore romano;

– rettificare comunque il contenuto attenendovi strettamente all’esercizio del diritto di cronaca giudiziaria che, certamente, non vi consente alcuna ricostruzione personale delle indagini”.