
Negli incontri che precedentemente abbiamo avuto nelle cooperative della zona sono emerse molte posizioni che sottolineano la mancata attenzione per un settore, quello agricolo, da parte della politica locale, nazionale ed europea. Settore che, come dimostrano i dati, negli ultimi anni ha visto aumentare il grado di occupazione e che può essere un motore trainante dell’economia, in quanto rappresenta “un bene primario” e si difende comunque bene, soprattutto nel nostro territorio: genera occupazione ed economia. Sottovalutata nelle istituzioni, dove si parla troppo di altro, l’agricoltura finisce per non rappresentare un elemento cardine della nostra economia. Non siamo forse “difesi abbastanza”.
La protezione della qualità dei prodotti è stata sottolineata da tutti come una risorsa ed un’opportunità per affrontare il rilancio del settore agricolo.
Differenziare, mantenere alto il livello qualitativo e tracciare la produzione, sono questi alcuni passaggi fondamentali che racchiudono il segreto della nostra buona agricoltura nella provincia di Latina. Di questo ne sono prova le nostre esportazioni, la nostra logistica di prodotto in uscita. Rispetto alla gestione delle importazioni ”pericolose” per la nostra economia, siamo però poco tutelati dal nostro Stato. Importiamo di tutto! Prodotti che alla dogana passano inosservati, prodotti scadenti da mercati vicini e lontani che normalmente non sono soggetti ai controlli di filiera a cui oggi la nostra agricoltura deve dare conto. Questo valore aggiunto a noi non viene adeguatamente pagato. In pratica i nostri agricoltori chiedono meno assistenza e più tutela.
La nostra proposta è sicuramente la rivalutazione degli accordi internazionali delle importazioni e quindi una rivisitazione degli standard e dei requisiti minimi richiesti in fase di importazione dei prodotti ortofrutticoli. Infine una riqualificazione dei prodotti nostrani per le aziende che possono dimostrare: tracciabilità e qualità.
Il nostro gruppo di lavoro sta lavorando alle De.Co. ossia Denominazioni Comunali.
Le denominazioni comunali d’origine (De.C.O.), o denominazioni comunali (De.Co.), sono marchi di garanzia nati in seguito alla legge nº 142 dell’8 giugno1990, che consente ai Comuni la facoltà di disciplinare, nell’ambito dei principi sul decentramento amministrativo, in materia di valorizzazione delle attività agroalimentari tradizionali.
Queste costituiscono nella loro straordinaria semplicità, una vera rivoluzione culturale nell’ambito della salvaguardia delle identità territoriali e quindi ad un intervento di tutela delle specificità locali. La De.Co. è una realtà innovativa che restituisce agli abitanti le ricchezze del territorio e la loro tutela privilegia chi il territorio lo vive cioè la comunità. Quest’ultima attraverso il Sindaco, può dare il via allo sviluppo di un’economia, alla creazione di un marchio. La continuità di questo progetto dipenderà molto dal coinvolgimento dei produttori presenti sul territorio.
Il bene identificato da una De.Co. è un bene di un ben limitato territorio, che nessuno potrà imitare: è un bene definito. Ciò che è dentro “é”, cio che è fuori dai confini della De.Co. “non é”.
Quindi la Denominazione Comunale non è solo un marchio di qualità, ma è la carta d’identità di un prodotto, un’attestazione che lega in maniera anagrafica un prodotto al luogo storico di origine. In altri termini, è un certificato notarile contrassegnato dal sindaco, a seguito di una delibera comunale, che certifica con pochi e semplici parametri il luogo di nascita e di crescita di un prodotto. In questo modo il Comune in prima persona si schiera con la sua terra, i suoi imprenditori e i loro prodotti, rilanciando e valorizzando la produzione locale, promuovendo il territorio, salvaguardando in questo modo i prodotti locali dai processi uniformanti di globalizzazione.
Per questo chiediamo che un prodotto come la fragola favetta abbia la denominazione di origine comunale.
PS. Vi aspettiamo venerdì alle ore 21.00 presso la cooperativa mediana.
Gruppo di lavoro Agricoltura