Paradossi Ater, a Fondi pronto lo sfratto per una madre separata e le due figlie minori

*Palazzine dalle mille storie, gli alloggi Ater*
*Palazzine dalle mille storie*

Una giovane madre separata e le sue due figlie minori sbattute fuori dalla casa in cui negli ultimi undici anni hanno vissuto. Una storia di disperazione, occupazioni abusive e cavilli burocratici che, a Fondi, ha investito la malcapitata 35enne M.P.D.C. e le figlie avute dall’ex marito, di 11 e 13 anni.

Un caso altamente indicativo del caos regnante un po’ ovunque nelle palazzine Ater, spesso un mondo a parte. Capita infatti che da quelle parti abiti chi ha anche altre case di proprietà, magari affittate. Chi arriva sull’uscio a bordo di auto di un lusso che stride con certi status. Chi, residente altrove, in quegli appartamenti d’edilizia popolare ci trascorre solamente le vacanze. Peccato che di rado, in passato, i vertici Ater se ne siano resi conto.


E poi ci sono coloro – davvero tanti – che in quegli appartamenti ci sono entrati da ‘abusivi per necessità’: non potendosi permettere altro posto dove andare, pur di non rimanere in mezzo ad una strada hanno sfondato l’ingresso dell’alloggio di turno e cambiato la serratura.

Tra questa schiera di bisognosi, proprio la donna di cui si parlava all’inizio, da mesi al centro di un incubo per certi versi assurdo.

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*Piccole inquiline invisibili *

Circa undici anni fa, incinta e con l’altra figlia di appena un paio di anni, occupò un appartamento con l’allora marito. All’epoca, fu lui a venire denunciato per l’infrazione. Cosa che, è risaputo, seppur nell’illegalità costituisce comunque un primo passo per poter cominciare ad accampare qualche minimo diritto.

L’uomo ha però lasciato il tetto coniugale da ormai sei anni, dopo l’avvenuta separazione al culmine di una situazione familiare tumultuosa. Ed adesso le uniche occupanti delle appartamento sono la 35enne e le due bambine: che però – e qui sta il paradosso – in quelle quattro mura è come se non ci fossero mai state, come se vi vivessero da ieri. La denuncia per occupazione abusiva è infatti a carico di qualcuno che effettivamente lì non c’è. E loro, complice anche la mancata richiesta di sanatoria, risultano in pratica abusive senza alcun diritto su quell’appartamento. Situazione per la quale a metà del mese corrente, il prossimo 15 maggio, salvo dietrofront dell’ultim’ora saranno messe fuori senza se e senza ma.

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*Giro di vite*

Dopo lunghi anni di generale lassismo, l’Ater è infatti nel pieno di un giro di vite. E le richieste di lasciare l’immobile in questione si sono fatte più pressanti. Anche con l’ausilio delle forze dell’ordine, presentatesi già sul finire di marzo ed ora loro malgrado pronte a tornare.

Ovviamente prostrata e disorientata, la 35enne, cerca, con tutte le difficoltà del caso, di tenere le sue ragazzine fuori da certi problemi, che arrivano a suonare strani pure per ‘i grandi’. “Dove andremo? E’ possibile che non ci sia alcun modo per farci rimanere? A più riprese mi sono anche detta disposta a pagare le poche centinaia di euro mensili all’Ater. Magari anche facendomele prestare, visto che mi arrangio facendo le pulizie e lavoretti saltuari. Sono davvero disperata”.

Il Comune, da parte sua, non ha potuto far altro che rassicurare: se le tre fossero effettivamente costrette ad andar via, potrebbero per un certo periodo essere ospitate in qualcuno degli alloggi convenzionati. Ma, tra caparra e mensilità, l’Ente non può comunque sostenere determinate spese economiche volte ad assicurare l’affitto di un altro appartamento vero e proprio, al di fuori di quelli Ater. E dunque? La povera M.P.D.C. e le figliolette sono costrette ad un angosciante conto alla rovescia che non si sa come terminerà.