AGGIORNAMENTO – Le accuse, al momento, sono gravi e, contenute nella conclusione delle indagini preliminari, preluderanno quasi sicuramente nella richiesta di rinvio a giudizio con le ipotesi di reato di concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, abuso e omissione d’atti ufficio e, naturalmente, in falso ideologico.
Dopo anni di indagini sembrano arrivare a capolinea le indagini svolte dal sostituto procuratore Daria Picozzo sul conto di quattro dentisti – due di Formia, A.S. 53 anni e G.D.F. 45 anni, uno di Terracina, G.A. 63 anni, e il quarto di Minturno, F.M. 48 anni, – che, in concorso tra di loro, avrebbe ingannato, abusato della buonafede o, meglio, dell’oggettiva necessità di alcuni pazienti che avevano in cura presso l’ex distretto sud dell’Asl, all’interno dell’ex Albergo Caposele di Formia.
I quattro dentisti ricevevano i pazienti in regime di attività libero professionale intramoenia nel senso che operavano sulla scorta di un regolare ticket pagato a favore dell’Asl presso il Cup dell’ospedale Dono Svizzero.
La Procura, al termine di mirati accertamenti investigativi operati dai Carabinieri dei Nas, ha stabilito che i quattro noti professionisti erano soliti dirottare i rispettivi pazienti presso altri colleghi compiacenti o presso i rispettivi studi privati con la scusa che le prestazioni richieste – l’installazione di una protesi dentaria – non venivano garantite dal servizio pubblico e, dunque, dall’Asl.
La vicenda ha avuto una svolta da due episodi: l’invio di un esposto alla magistratura da parte del dottor Francesco Occipite Di Prisco, il dirigente dell’unità operativa dipartimentale di odontostomatologia del presidio sud dell’Asl di Latina che aveva cominciato a manifestare dei dubbi sull’operato di alcuni dei colleghi infedeli, e dalle informazioni assunte da un genitore di Minturno che, partecipando a un’iniziativa della scuola frequentata dalla figlia, aveva capito che talune cure odontoiatriche vengono garantite dall’Asl dopo aver staccato assegni con diversi zero.
Sono pronti a controbattere con memorie difensive e interrogatorie a queste accuse i legali dei quattro dentisti – gli avvocati Pasquale Di Gabriele e Francesco Ferraro – mentre sarà verificare il comportamento dell’Asl e dell’ordine provinciale dei medici di Latina circa la costituzione di parte civile nell’eventuale procedimento penale che dovesse iniziare nei confronti dei quattro dentisti.