
A circa tre anni di distanza dalle autorizzazioni rilasciate dalla Regione Lazio per la realizzazione di una discarica di inerti a Itri, gli attivisti del Movimento 5 Stelle di Formia sono andati ad individuare i firmatari di quei provvedimenti.
Un’analisi montata sulla grande eco che l’opinione pubblica del sudpontino sta sviluppando sui temi ambientali, anche sull’onda della protesta che in tutto il comprensorio sta crescendo dopo l’apertura di indagini in rapida successione sul porto commerciale a Gaeta, sulla discarica di Penitro a Formia e su altre annose vicende legate alla centrale nucleare, agli sversamenti ed altri reati ambientali e in seguito alle quali sono nati comitati, movimenti e associazioni ambientaliste che hanno in breve tempo alzato la soglia di allarme sui rischi ambientali del comprensorio
La realizzazione della cava Cardi a Itri, prevista secondo i grillini su una falda acquifera, tra le altre cose, porta nelle autorizzazioni, quelle del 18 Aprile 2011 con protocollo n°164774, le firme di due condannati dalla Corte dei Conti per danno erariale e di un arrestato dalla Procura di Roma. I primi due sono Dante Novello e Giuseppe Tanzi, rispettivamente nel 2011 direttore regionale all’Ambiente e vicario che, secondo quanto riportato dal quotidiano Repubblica nel 2013, a seguito della sentenza della Corte dei Conti, “dovranno restituire 20mila euro a testa, da versare direttamente nelle casse della Regione”.
Il terzo finito in manette è Raniero De Filippis, coinvolto nello scandalo rifiuti a Roma sulla gestione di Manlio Cerroni, e ora agli arresti domiciliari. Insomma non i migliori presupposti per la realizzazione di una cava di inerti. Anche perchè se nel frattempo molto tempo è passato, il neo governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha provveduto a sostituire proprio De Filippis con Bruno Placidi, anche quest’ultimo condannato per danno erariale di 1 milione e 237mila euro nel 2007. Va precisato che lo stesso De Filippis continuava a restare al suo posto in Regione, prima ell’arresto, nonostante una precedente condanna, sempre della Corte dei Conti, per 750mila euro.
“Quotidianamente – si legge in una nota degli attivisti Raffaele Trano e Giuseppe di Chiappari del Movimento 5 Stelle – su tutti i media, in ogni programma, c’è almeno un aggiornamento che informa gli utenti sull’argomento ‘Terra dei fuochi’, i quali hanno reso tutti consapevoli dei rischi che viviamo per forza e senza scampo, nonché di essere più o meno vittime delle attività malavitose e dell’indifferenza della politica, da renderci quasi del tutto indifesi, ma non distratti, quando viene alla nostra attenzione un nuovo progetto di discarica, come alcuni giorni fa, quando leggemmo un documento alquanto inquietante, relativo ad una concessione che la Regione Lazio rilasciò alla società Cardi il 18 Aprile 2011 con Protocollo n° 164774 con parere positivo per una nuova discarica presso l’omonima cava, benché fossero rispettate alcune norme.

Oltre a tali pessimi referenti e referenze, primeggia un’altra grande preoccupazione, relativamente al sottosuolo di tutta la zona interessata, principale falda acquifera che alimenta tutti i terreni circostanti le 3 città pontine, prima di riversarsi in mare, il quale lascia immaginare gli effetti del sicuro futuro inquinamento, che arrecherebbe gravissimi danni alle coltivazioni e alla salute di tutti i cittadini.
Pertanto la nostra interrogazione è più che legittima, anche perché non possiamo più fidarci della politica, considerando i precedenti. Vogliamo conoscere e far sapere ai cittadini quale sono le reali intenzioni delle amministrazioni comunali interessate, vogliamo sapere i dettagli sulla riconversione della Cava Cardi in discarica di inerti; non vorremmo che anche nel sud Pontino si dovesse fare i conti nel futuro con una nuova ‘Terra dei fuochi’, chiediamo anche a tutti i cittadini e alle associazioni ambientaliste di essere attivi e partecipi”.