Avrebbe inviato ai cittadini di Sezze un’e-mail nella quale si intimavano più politici del paese setino a gettare la maschera e rivelare presunte scomode verità sul loro conto, per di più firmandola con il nome di un consigliere comunale che era stato accusato per questo motivo di diffamazione.
“E’ ora di dire la verità” era il messaggio perentorio dell’e-mail e sotto accuse pesanti rivolte ai politici locali, tra cui quella di prendere tangenti, di sfruttare cittadini stranieri, di certificare bilanci falsi, fino all’accusa di miopia politica. Ce n’era davvero per tutti. In calce una firma, quella del consigliere comunale Roberto Reginaldi che aveva collezionato ben otto querele per diffamazione.
Ma non sarebbe stato lui l’autore dell’eclatante gesto. Bensì un 32enne di Sezze, Tommaso Sarra, rinviato a giudizio questa mattina, dal giudice Guido Marcelli, del Tribunale di Latina, con l’accusa di sostituzione di persona, calunnia e diffamazione. Il processo a carico del ragazzo, difeso dall’avvocato Gian Battista Rosella, inizierà il prossimo 17 novembre davanti al giudice monocratico Silvia Artuso.
L’e-mail era stata inviata il 9 agosto del 2008 e a farne le spese erano stati almeno tre consiglieri comunali e l’attuale assessore all’Agricoltura Sonia Ricci. Qualche giorno dopo erano partite le querele tra le quali anche quella del padre dell’assessore offeso dalle parole dello scritto incriminato.