Osservatorio epidemiologico pontino, per Forte: “Inutile duplicato”

*Enrico Forte*
*Enrico Forte*

“L’avvio dell’Osservatorio epidemiologico pontino appare quanto mai singolare soprattutto perché stride nettamente con le disposizioni generali fissate dalla Regione Lazio  secondo la quale finalità ed assetto dell’organismo si collocano al di fuori dell’assetto istituzionale fissato dalla stessa Regione con propria legge del 2013”.

Il consigliere regionale Enrico Forte interviene sull’entrata in funzione, annunciata due giorni fa dal Comune di Latina, dell’Oep, struttura cui spettano compiti di tutela in materia ambientale e della salute pubblica, verifiche e monitoraggi sulla situazione socio-sanitaria del territorio, prevenzione delle patologie di interesse pubblico.


“L’iniziativa adottata dal Comune – spiega Forte – appare in netto contrasto con la legge regionale del giugno 2013, legge che precisava la necessità di evitare duplicazioni di attività e competenze in materia di monitoraggi epidemiologici e che oggi torna a ribadire come finalità ed assetto dell’Osservatorio pontino entrato in conflitto con le disposizioni esistenti in particolare quella che attribuisce la titolarità ad effettuare rilevazioni sullo stato di salute della popolazione al Dipartimento di epidemiologia della Asl RM E a supporto della Regione e della Asl. E’ evidente – prosegue il consigliere regionale del Partito Democratico – che l’obiettivo di tali disposizioni è quello di non dare vita ad inutili doppioni di sistemi informativi la cui unitarietà a livello regionale è invece garanzia di affidabilità alla luce dell’utilizzo di criteri metodologi unici. In definitiva la Regione ha voluto uniformare le rilevazioni epidemiologiche sull’intero territorio laziale iniziando proprio dall’assetto organizzativo dei sistemi informativi per evitare inutili duplicati e costi aggiuntivi. Appare quindi davvero singolare che l’amministrazione comunale di Latina, in contrasto con quanto stabilito per legge, proceda all’istituzione di un proprio Osservatorio pontino impegnando risorse finanziarie che possono essere risparmiate e andando a recuperare, per il funzionamento della struttura, professionalità addirittura al di fuori della nostra Regione. Un’iniziativa questa – conclude Enrico Forte – che davvero si colloca al di fuori della logica e soprattutto contrasta con la normativa regionale”.

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