I carabinieri sono ancora in attesa della consegna ufficiale del referto dei vigili del fuoco, ma intanto indagano a tutto campo per chiarire le motivazioni dell’intimidazione incendiaria nel piazzale della ‘Grillo autotrasporti’ di Fondi. Perché di intimidazione si è trattata, dato che la matrice dolosa del doppio rogo ai tir è un dato di fatto: c’è una rete perimetrale tagliata, e sono stati rinvenuti degli inneschi.
Sulle motivazioni che possono aver portato a tanto, per ora, buio completo. I militari agli ordini del comandante Ivan Mastromanno – che venerdì ha ricevuto il sindaco Salvatore De Meo – stanno vagliando ogni possibile ipotesi, non escludendone alcuna a priori. Ma, quantomeno per logica ed ambito, quella inerente a un avvertimento scaturito direttamente dall’ambito commerciale rimane la più corposa.
Resta ancora da capire innanzitutto a chi fosse effettivamente rivolto, l’avvertimento: se alla ditta fondana, o al 50enne autotrasportatore di Viterbo che in via Della Rinchiusa parcheggiava il proprio mezzo, da cui sono partite inizialmente le fiamme.
In attesa di eventuali sviluppi, un dato: dallo scorso 24 dicembre, quello alla ‘Grillo’ è il terzo episodio simile che si registra in città.
Dapprima, il rogo ai danni della famiglia di commercianti ortofrutticoli D’Angiò. Poi, agli inizi del mese corrente, quello ai due vecchi camion di un 58enne del posto che lavora nel medesimo ampito, ‘ospitati’ nel piazzale in dismissione dell’‘Agrumfrutta Triolo’. Seguito appunto dall’altro doppio incendio a San Raffaele, ultimo in ordine di tempo.
Episodi tra loro differenti eppure, sarà un caso, con diversi punti in comune, al di là che siano o meno concretamente ricollegabili l’uno all’altro.
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