
Iniziano ad emergere i primi materiali nocivi per l’ambiente tra le 4mila e 600 tonnellate di rottami ferrosi al porto commerciale di Gaeta. A distanza di circa tre settimane dall’inizio delle operazioni di riprocessamento del materiale ferroso al porto, disposte dalla Procura di Cassino, per accertare eventuali responsabilità penali, ci sono già i primi risultati.
Che non sono confortanti per gli equilibri ambientali, perchè nell’enorme deposito di ferro e rottami, ci sono materiali ed olii che sarebbero dovuti essere trattati con procedure diverse proprio per scongiurare qualsiasi danno all’ambiente.

Per questo motivo la Procura di Cassino decise nei mesi scorsi di vederci chiaro e iniziare, come viene definita in gergo tecnico, una operazione di riprocessamento della collina di ferro accantonata a ridosso del mare sulle banchine del porto commerciale. Ovvero uno spostamento per fasi del materiale, finalizzato ad analizzare poco alla volta tutto ciò che compone il deposito.
Ogni fase viene minuziosamente seguita dagli uomini della Capitaneria di Porto di Gaeta e dai funzionari dell’Arpa Lazio, come secondo delega della Procura di Cassino. I risultati conclusivi e gli eventuali provvedimenti che la stessa Procura intenderà adottare, saranno però noti solo al termine del riprocessamento che, secondo una sommaria stima, potrebbero finire prima di Pasqua.
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