Ponza, un cavillo procedurale per consentire alla De Vizia di rimettere le mani su 1,3 milioni di euro

*Camion De Vizia*
*Camion De Vizia*

Un cavillo procedurale. Non è servito altro all’imprenditore Vincenzo De Vizia, 76 anni, di Montefusco (Avellino), al timone della De Vizia spa, per rimettere le mani su circa 1,3 milioni di euro, a lui sequestrati nel maggio scorso dalla Guardia di finanza di Formia, nell’ambito dell’inchiesta sull’aggiudicazione e la successiva gestione dell’appalto per la raccolta dei rifiuti a Ponza.

Gli ermellini


Quando il sostituto procuratore Giuseppe Miliano, titolare dell’indagine, chiese gli arresti e il sequestro dei beni, non fece esplicita richiesta di una confisca per equivalente, in pratica di bloccare somme pari a quelle che sarebbero state frutto del presunto raggiro ai danni del Comune isolano. Il gip Mara Mattioli, ritenendo che comunque quello fosse il fine del magistrato inquirente, fece bloccare 3,5 milioni di azioni. L’amministratore delegato della De Vizia, un colosso che solo in campo ambientale opera in 200 Comuni italiani, dalla Valle d’Aosta alla Basilicata, ottenne poi a giugno la restituzione di parte dei beni dal Tribunale del Riesame di Latina, che seguendo però lo stesso principio del giudice per le indagini preliminari mantenne i sigilli su 1.290.510 euro di azioni. Vincenzo De Vizia, difeso dagli avvocati Leone Zeppieri e Alessandro Diddi, ha così fatto ricorso in Cassazione e la Suprema Corte, riconoscendo una violazione procedurale visto quanto chiesto dal pm e quanto disposto dal gip e dal Riesame, ha annullato l’ordinanza con cui venivano bloccati i beni dell’imprenditore, senza alcun rinvio, disponendo la restituzione delle azioni al 76 enne. Vincenzo De Vizia si è così potuta togliere quella che era una delle sue principali preoccupazioni.

L’indagine

DSC_0336L’inchiesta, che a maggio portò a quattro arresti, compreso quello dell’amministratore delegato della spa, è intanto ancora in larga parte tutta da scrivere. Per il sostituto Miliano, il Comune di Ponza affidò l’appalto alla De Vizia violando le norme e la società avrebbe poi compiuto una serie di raggiri, ottenendo pagamenti per attività affatto svolte, con la differenziata ferma al 5% quando doveva raggiungere il 20%, rifiuti differenziati mischiati con quelli indifferenziati, mancata pulizia delle strade, impiego di uomini e mezzi in misura inferiore a quanto previsto dal capitolato d’appalto e spazzatura sotterrata sull’isola. Abbastanza per far ipotizzare agli inquirenti i reati di truffa e frode in pubbliche forniture, oltre a episodi di turbativa d’asta e abuso d’ufficio, che hanno visto indagare a piede libero anche diversi amministratori, a partire dall’ex sindaco Pompeo Rosario Porzio.

 

 

***ARTICOLO CORRELATO*** (VIDEO – Ponza, rifiuti: quattro arresti e undici denunciati. Sequestrati beni per 3,5 milioni di euro – 11 maggio 2013 -)

***ARTICOLO CORRELATO*** (Spazzatura, tempesta sulla De Vizia: quattro arresti per frode e truffa – 11 maggio 2013 -)