
Ad appena un mese e mezzo dall’insediamento, il manager Michele Caporossi ha scelto il direttore sanitario e il direttore amministrativo che lo affiancheranno alla guida della Asl di Latina. Il primo incarico è stato affidato a Vania Rado, 51 anni, che si insedierà dal primo aprile, mentre il nuovo direttore sanitario è Alfredo Cordoni, 60 anni, che già oggi ha preso il posto di Ennio Cassetta.
“Non è da tutti poter scegliere la propria squadra – ha spiegato Caporossi, che ha ringraziato gli ‘uscenti’ Cassetta e Rossi – io ho avuto questa possibilità e l’ho sfruttata scegliendo una esperta di processi aziendali come Vania Rado, uno dei più promettenti professionisti italiani, che avrà pieni poteri nel settore tecnico e amministrativo: a lei spetterà il compito di educare l’azienda a pensare per processi, forte della sua esperienza in una realtà all’avanguardia come quella di Padova. Ho già lavorato con Alfredo Cordoni – ha proseguito Caporossi – nell’Asl Lanciano-Vasto che in quattro anni abbiamo risanato partendo da un passivo di 65 milioni senza chiudere un ospedale: qui a Latina proveremo a fare il bis, cercando di migliorare la mobilità attiva”. Come è noto, infatti, lo Stato assegna le risorse sanitarie in base al numero di abitanti (aggiustato con altri fattori come l’età media) e al saldo tra pazienti in uscita e in entrata: più pazienti si attraggono e più fondi verranno assegnati alla Regione e alla Asl.
L’obiettivo delineato da Caporossi è proprio mettere in moto questo circolo virtuoso: “Il mio parere è che ci stiamo piangendo troppo addosso – ha spiegato questa mattina – sottovalutando le potenzialità e sopravvalutando i problemi: sono convinto che la Asl di Latina debba ancora dare il proprio meglio ma se si semina discredito si allontanano sia i pazienti che i professionisti”. Caporossi ha sottolineato l’importanza della Casa della Salute aperta a Sezze, “un progetto pilota che inizierà a funzionare solo con il coinvolgimento attivo dei medici di famiglia che avranno l’incarico di seguire i pazienti cronici” con la previsione di un sistema di incentivi per i dottori che lavoreranno meglio.
Il manager della Asl ha sottolineato la volontà di non chiudere nessun ospedale (chiamati “stabilimenti di produzione per acuti”) in provincia: “I posti letto sono già sotto la quota fissata dalla legge – ha detto – di sicuro l’offerta sanitaria andrà riorganizzata secondo criteri di appropriatezza allo scopo di fornire più prestazioni in tempi più brevi utilizzando le stesse risorse finanziarie. Si può ragionare su un criterio di specializzazione dei presidi ospedalieri”.
Tra le situazioni più difficili c’è sicuramente quella del Pronto soccorso del Goretti di Latina: “Subito dopo il mio insediamento ho riunito l’unità di crisi che ha già svolto un lavoro importante. Su questa base si innesterà il lavoro di ricognizione da parte del direttore sanitario Cordoni basato sulla valutazione dei dati di accesso, dimissione, provenienza, etc. che sarà fondamentale per ridisegnare i processi: sarà una strada lunga ma vorrei sottolineare che, se è vero che i codici verdi aspettano per ore prima della visita, nessuno dice che il Pronto soccorso di Latina ha un indice di esito positivo nel trattamento degli infarti tra i più alti del Lazio”.
La revisione dei costi e l’abbattimento degli sprechi saranno alla base della politica di Caporossi, partendo ad esempio dal risparmio sugli affitti, sull’acquisto di forniture e sulla logistica. Ma il nuovo dg dice no ai tagli lineari: “Ad esempio ho espresso il mio parere negativo alla chiusura del centro trasfusionale di Formia che invece è una risorsa per il territorio”. Sulla spinosa questione dell’università Caporossi, ricordando che è in corso la revisione degli accordi tra Sapienza e Regione, si è detto “contrario ai doppioni” e ha auspicato, da parte dell’università, “una progettualità che possa portare al miglioramento dell’assistenza e della rete sanitaria” ad esempio sfruttando al massimo i macchinari a disposizione. “Didattica e assistenza – ha spiegato – devono andare a braccetto e rappresentare il fulcro dell’assistenza sanitaria per mettere un percorso virtuoso al posto di un percorso che è in parte vizioso”.