Il consigliere Simeone chiede a direttore Asl e presidente della Regione di “salvare il reparto di oncologia del Goretti”

*L'ospedale Goretti di Latina*
*L’ospedale Goretti di Latina*

Intervento del consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone, sul sottodimensionamento del personale al Centro Porfiri. Inviata una nota per sollecitare un intervento al direttore generale della Asl Michele Caporossi e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

“Non garantire i servizi e l’efficienza del Polo oncologico del Santa Maria Goretti di Latina sarebbe un grave errore. Le difficoltà della struttura, legata alla carenza di personale medico, rappresenta l’ennesimo colpo al cuore delle esigenze dei tantissimi pazienti che sono costretti a sostenere cure quotidiane, accertamenti, visite e terapie debilitanti sia sul piano psicologico che fisico. Le notizie che abbiamo, e che sono state diffuse anche dagli organi di informazione, non possono che allarmare gli operatori del settore e i tantissimi cittadini che, purtroppo, quotidianamente sono costretti a recarsi presso la strutture per ricevere cure, effettuare visite, sottoporsi a controlli che una patologia gravissima come quella oncologica impone. Ancora una


*Il consigliere regionale Simeone*
*Il consigliere regionale Simeone*

volta, ci troviamo a dover prendere atto di una sottrazione di professionalità e di una riduzione di funzionalità di una struttura che rappresenta una eccellenza a livello regionale e l’unico riferimento a livello provinciale. Il Centro Oncologico “Giorgio Porfiri” di Latina, operativo h24, effettua 7000 chemioterapie ed oltre 5000  visite ogni anno. Nel reparto di degenza si registrano oltre 700 ricoveri l’anno. Oltre 1000 sono le consulenze oncologiche svolte al Pronto Soccorso, dove arrivano tutti i pazienti oncologici, compresi quelli seguiti dall’oncologia universitaria. La dotazione medica conta, per svolgere attività di reparto h 24 per 365 giorni all’anno, Degenza, Day Hospital, Ambulatorio, guardie prefestive, festive, notturne oncoematologiche, reperibilità e consulenze al Pronto Soccorso, su nove unità. Ad oggi risultano essere in servizio solo 6 medici, operativi a tutti gli effetti, di cui uno sta usufruendo della Legge 104. Una situazione di sottodimensionamento del personale che si trascina da tempo senza soluzione di sorta. Una situazione che è stata affrontata grazie alla volontà, passione e capacità del personale impiegato che è sottoposto a turni massacranti e a rinunciare al dovuto riposo pur di coprire tutti i turni. Una situazione che di questo passo porterà all’esaurimento, per assenza di personale, delle attività Day Hospital e di Ambulatorio. Per il Centro oncologico di Latina era stata richiesta e approvata con la deliberazione n. 314/12 a firma dell’allora direttore generale della Asl, in base a quanto previsto dal decreto del commissario ad acta 59/2010, la realizzazione della Rete oncologica Pontina stabilendo diversi livelli di assistenza nei presidi esistenti. Ci troviamo di fronte ad una situazione emergenziale rispetto ad una rete oncologica che deve garantire equità di accesso a servizi e trattamenti di alta qualità, superando le disomogeneità territoriali e riducendo i disagi logistici per i pazienti. Tutto questo oggi è a rischio. Per queste ragioni e per fare in modo che la sanità nella provincia di Latina non subisca l’ennesimo depotenziamento ho scritto al direttore generale della Asl di Latina, Michele Caporossi, al presidente della Regione Lazio e commissario ad acta della sanità, Nicola Zingaretti e a Flori Degrassi, della Direzione regionale salute e integrazione sociosanitaria della Regione Lazio chiedendo una verifica della dotazione organica del Centro Porfiri ed eventualmente procedere alla sua integrazione magari facendo leva sulle professionalità operanti presso l’oncologia universitaria. Non ci stancheremo mai di dirlo e di lottare al fianco di medici e pazienti perché il cambiamento nella sanità avvenga sotto l’egida della valorizzazione e della tutela dei servizi e dei diritti attuando un rinnovamento che non trova voce nei tagli di organici e strutture ma che passa necessariamente sul consolidamento dei centri di eccellenza con politiche di governo, responsabilità e controllo capaci di cancellare gli sprechi, non i servizi”.