
Ancora i liquami all’ordine del giorno, a Fondi. Lunedì il consigliere Vincenzo Trani aveva denunciato, per la seconda volta in pochi mesi, degli sversamenti fognari nel canale sorgivo di Fosso Vetruvio. Il Comune, piccato, rispondeva a stretto giro di posta con un minuziosa nota in cui evidenziava, passo dopo passo, le fasi degli accertamenti posti in essere dallo scorso 3 febbraio da tutte le autorità competenti, partite in seguito all’esposto del titolare di un attività della zona. Verifiche le cui risultanze, spiegava il Comune, sono state negative: in sostanza, si assicurava il perfetto funzionamento del sistema di sollevamento fognario; parametri risultati, dopo recenti campionamenti, conformi ai limiti; prossimi accertamenti tecnici sulla condotta da parte di Acqualatina.

Tutto in ordine? In considerazione delle tempistiche e di determinate “coincidenze”, non proprio, per l’esponente della civica ‘Lido di Fondi’.
“Come ormai accade abitualmente, c’è sempre bisogno di una denuncia pubblica per affrontare in maniera risolutiva una questione che altrimenti si sarebbe rimandata di palo in frasca”, scrive Trani. “Malgrado la relazione riassuntiva di ciò che gli uffici del Comune avrebbero fatto, risulta chiaro che per almeno un altro mese la fogna ha continuato ad essere riversata nel canale, nonostante i ripetuti appuntamenti e sopralluoghi tra Arpa, Acqualatina, Uffici Lavori pubblici del Comune e polizia municipale. Addirittura, dalle spiegazioni del sindaco, pare non ci fossero neppure soluzioni visto che tutto funzionava a regola d’arte, almeno stante a quello che affermava Acqualatina. Tutto naturalmente e regolarmente verbalizzato con tanto di corrispondenza. Così, mentre ci si scambiavano verbali ed appuntamenti, la fogna continuava a riversarsi nel canale, senza individuare le cause e soprattutto le responsabilità”.

Già, le responsabilità: “Per la stima personale che nutro nei confronti del sindaco, devo dire che mi sarei aspettato una presa di posizione più decisa verso chi ha lasciato per diversi mesi che liquami fognari si riversassero in un canale di acque sorgive, piuttosto che ricorrere ad un comunicato giustificativo nei confronti di tutti. Così come, un normale cittadino si aspetterebbe una verifica puntuale da parte di Arpa Lazio, che esulasse dagli appuntamenti e dai verbali di Acqualatina. Chi deve verificare l’entità di inquinamento causato dallo sversamento di quella fogna nel canale? Se ciascuno difendesse fino in fondo il ruolo che eticamente è chiamato a svolgere, parecchie di queste domande troverebbero risposte immediate”.
Polemiche a parte, però, qualcosa pare essersi mosso: “Resta la grande soddisfazione e consapevolezza dei cittadini per la fortuita coincidenza che, dopo diversi mesi di fogna nel fosso, e dopo un mese dagli appuntamenti e dai verbali congiunti degli enti intervenuti, tutto si sia risolto a due giorni dalla lettera di un consigliere comunale. Strano poi, che mentre sui verbali tra amici si affermava che tutto funzionava alla perfezione, a due giorni dalla segnalazione del consigliere si sia sostituita qualche pompa di sollevamento. Se quello che conta è il risultato – conclude sardonico Trani – va bene così”.
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