Arresti domiciliari anche per Davide Alicastro, il terzo giovane coinvolto nella rissa al quartiere dei pub di dieci giorni fa e che ha riportato la peggio, restando vittima di una lacerazione del rene e di un emiperitoneo a causa delle coltellate subite. Questa la decisione presa dal gip Guido Marcelli, dopo aver ascoltato il ragazzo, il quale ha confermato che con Nico Rufo vi erano vecchi dissapori, che in via Lago Ascianghi, a Latina, erano tornati a discutere, ma che Rufo aveva subito tirato fuori il coltello, ferendolo. Ai domiciliari, oltre a Rufo, era già stato messo anche il cugino di Alicastro, Fabrizio Lorusso, 19 anni.
Quando la Polizia era giunta in via Lago Ascianghi, dalle testimonianze raccolte sul posto, gli investigatori si erano convinti che Rufo fosse stato aggredito da Alicastro e che il diverbio fosse poi degenerato, con Lorusso, cugino di Alicastro, che colpiva sempre Rufo con un casco. A questo punto quest’ultimo, per difendersi, avrebbe colpito i due con un coltello. Una versione dei fatti sostenuta da un amico di Rufo. In ospedale, però, già mentre gli venivano prestate le prime cure, Alicastro aveva accusato Rufo di essere il responsabile dell’accaduto e tale tesi è stata portata avanti negli interrogatori da Lorusso e poi dallo stesso Alicastro. Rufo, che se l’è cavata con una prognosi di dieci giorni, interrogato si è invece avvalso della facoltà di non rispondere.
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