Costretto a vivere con le finestre chiuse giorno e notte e non potersi godere la propria casa. È questa la vicenda in cui è incappato il signor Claudio, residente in via Teppia in zona Campo di Carne, “accerchiato” da due canne fumarie sia di fronte che di lato, accese a tutte le ore e che provocano fumi fastidiosi. Nonostante l’intervento della Polizia Locale e dei tecnici del Comune, ad oggi ci ha rimediato solo un’ordinanza di demolizione per un bagno esterno – tra l’altro in regola e sanato – ed una denuncia per minacce da parte del vicino. Per “minacce” si intende il tentativo di trovare una soluzione a questo disagio. Roba da Grande Fratello.
A livello urbanistico, spiegano i tecnici del Comune nella loro relazione fatta tra l’altro dall’esterno, vengono rispettate le misure. Nessun accenno però alla questione ambientale, anch’essa importante, alla necessità di riciclo e lavaggio dei fumi, e soprattutto le regole sulle eccezioni climatiche, secondo cui i camini andrebbero accesi solo in determinate ore e periodi dell’anno.
Un Comune che non tutela i propri cittadini non fa l’interesse pubblico. In questo sta la rabbia del signor Claudio, costretto a non potersi godere la casa pagata col sudore del lavoro, a non poter far giocare i propri figli in giardino e a dover ricorrere a cure sanitarie, visto che il papà di Claudio sta avendo conseguenze pesanti sulla propria salute. Il Comune ha fatto tutte le verifiche necessarie? La legge dice che i fumi non vanno messi in altrui proprietà. “Non ho mai commesso abusi edilizi ed ho sempre rispettato la legge: a che serve tutta questa onestà?”. Domanda legittima.