Ai domiciliari due dei tre giovani coinvolti nella rissa, finita a coltellate, scoppiata sabato scorso nel quartiere dei pub. Il gip Laura Matilde Campoli ha disposto le misure cautelari dopo aver interrogato Fabrizio Lorusso, 19 anni, e Nico Rufo, difesi rispettivamente dagli avvocati Luigi Di Mambro e Oreste Palmieri. Stralciata invece la posizione di Davide Alicastro, che non ha potuto rispondere alle domande del giudice, essendo stato sottoposto a un altro intervento chirurgico.
Interrogatori che portano a un’altra verità rispetto a quella emersa dalle prime indagini. Quando la Polizia è giunta in via Lago Ascianghi, dalle testimonianze raccolte sul posto, gli investigatori si sono convinti che Rufo fosse stato aggredito da Alicastro e che il diverbio fosse poi degenerato, con Lorusso, cugino di Alicastro, che colpiva sempre Rufo con un casco. A questo punto quest’ultimo, per difendersi, avrebbe colpito i due con un coltello. Una versione dei fatti sostenuta da un amico di Rufo.
In ospedale, però, mentre gli venivano prestate le prime cure, Alicastro già aveva accusato Rufo di essere il responsabile dell’accaduto e tale tesi è stata portata avanti ieri da Lorusso. Il giovane, vittima di un emopneumotorace e ricoverato in prognosi riservata, è stato ascoltato dal gip all’interno dell’ospedale “Goretti”, confermando di aver colpito Rufo con un casco, ma di averlo fatto soltanto perché Rufo aveva già accoltellato il cugino e stava per colpirlo nuovamente. Rufo, che se l’è cavata con una prognosi di dieci giorni, interrogato in tribunale, si è invece avvalso della facoltà di non rispondere.
Il gip Campoli ha alla fine disposto per i due, indagati per rissa e lesioni, gli arresti domiciliari, respingendo la richiesta di una misura di custodia cautelare in carcere avanzata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano. Soltanto quando starà meglio verrà interrogato anche Alicastro, ricoverato in prognosi riservata e vittima di una lacerazione del rene e di un emoperitoneo.
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