Baby estorsori a Lenola: minacce anche ai familiari dei commercianti. E nuove attività nel mirino

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*Biglietto intimidatorio anche per il ‘La Sevici’*

Avrebbero continuato. Non fossero stati fermati dai carabinieri del comandante Biagio Di Iorio, i tre minorenni di Lenola appena destinatari delle misure di custodia cautelare, sarebbero andati avanti, decisi, nel loro piano per impossessarsi del cuore economico del paese a colpi di incendi e biglietti estorsivi.

Una convinzione basata su alcuni elementi ritenuti “utili” dagli investigatori. Che non è da escludere siano anche conoscenza dei nomi delle vittime designate delle prossime intimidazioni dei ragazzini, dai 16 ed i 17 anni.


Ma c’è dell’altro. A destare un certo stupore, tra i tanti degni di nota, un nuovo particolare: gli improvvisati estorsori – che poi tanto improvvisati non erano, dato che tutto era studiato a tavolino – non si erano limitati a minacciare i titolari delle attività del posto. Si sono spinti oltre, allargando le minacce anche ai familiari dei malcapitati.

*Indagini certosine*
*Gli episodi emersi dopo le indagini dei militari di Di Iorio, finora cinque, potrebbero aumentare*

In un caso, hanno lasciato intendere ritorsioni  contro altri minorenni: “Io conosco tuo figlio”, recitava, parola più parola meno, uno dei biglietti lasciati nel corso di uno degli svariati raid.

Delitti reiterati, a cui se ne potrebbero tra non molto collegare degli altri. Attualmente, i carabinieri della Stazione locale stanno incrociando episodi e denunce degli ultimi mesi, in particolar modo in riferimento a danneggiamenti ed irruzioni in alcune attività.

Mentre le indagini dei militari di Di Iorio proseguono, si attendono le analisi e le comparazioni degli specialisti del Ris di Roma sul materiale sequestrato durante le perquisizioni domiciliari che, corroborate da prove ed indizi in quantità, portarono all’iniziale fermo dei tre della fantomatica ‘Banda Corona’.

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*Analisi del Ris sui materiale sequestrato*

Tra il materiale rinvenuto, alcuni proiettili di grosso calibro, di quelli utilizzati nella caccia al cinghiale. Ma l’attenzione dei tecnici sarà concentrata soprattutto sul pc e la macchina da scrivere tramite cui si presume siano stati redatti i messaggi finalizzati alle tentate estorsioni. Oltre che sulle copie delle lettere già inviate ai diversi commercianti, a suo tempo acquisite dai carabinieri.

Intanto, mentre martedì i presunti capi della ‘Banda’, i cugini M.D. ed M.F., sono stati associati presso una comunità per il recupero dei minori di Roma, l’unica ragazza del gruppo, di Fondi, si trova agli arresti domiciliari.

Una misura cautelare che per adesso non le permette nemmeno di andare a scuola. Per non farle perdere l’anno, i genitori dovranno richiedere al Tribunale una specifica deroga.

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