Fondi, il consigliere Pd Fiore sulla statua del Redentore: “E’ in zona vincolata, si faccia altrove”

*Bruno Fiore*
*Bruno Fiore*

Un’opera che, tra base e corpo, arriverà a toccare i quindici metri, snaturando il paesaggio ed ‘intaccando’ un’area archeologica. Fa discutere, il monumento al Cristo Redentore in progetto sulla cima di monte Passignano, a Fondi.

Una statua firmata dallo scultore Teo Di Cicco, fondano d’America, e richiesta dall’associazione ‘San Pio da Pietralcina’, per cui nel consiglio comunale di mercoledì sera la Giunta De Meo ha approvato a larga maggiornaza una variante al Prg volta alla sdemanializzazione di un’area di mille metri quadrati, che nelle intenzioni ospiterebbe anche un piccolo luogo di preghiera.


“La statua verrebbe illuminata con impianto fotovoltaico, in modo da renderla visibile su tutta la Piana sottostante”, ha commentato l’esponente del Partito democratico Bruno Fiore, tra i pochi a porre il proprio veto. “Tutte le opere saranno finanziate direttamente dall’associazione San Pio, attraverso i contributi di fedeli ed Enti locali, tranne il tratto finale di strada per giungere all’area per il quale si chiede l’impegno delle amministrazioni di Fondi e Lenola”.

Ma non è questo il punto. Sottolineando di non avere “nessuna remora all’installazione di monumenti religiosi sul territorio” ed apprezzando “la generosità del maestro Di Cicco”, Fiore vuole porre l’attenzione su tutt’altro: “La zona scelta per posizionare la statua è prossima a quella in cui è stato rinvenuto un antico castelliere”.

*Un'area fortemente vincolata, quella individuata*
*Un’area fortemente vincolata, quella individuata*

Un antico insediamento fortificato che si ipotizza, spiega il consigliere d’opposizione, legato a doppio filo alla nascita dei villaggi che poi si tramutarono nei paesi di Lenola e Campodimele. “Trattasi, pertanto, di una zona di alto valore archeologico”.

Non solo. Di vincoli, ce ne sono una sfilza: paesaggistici, idrogeologici, sismici, riferibili al Piano territoriale paesaggistico regionale. “Nessuna soprintendenza o ufficio regionale, che hanno competenza in materia, ha rilasciato uno straccio di parere e questi non sono stati nemmeno ancora richiesti”.

Visti gli ostacoli e l’impatto dell’opera – “sarebbe l’ennesimo sfregio al nostro paesaggio collinare e montuoso già fortemente compromesso da fattori speculativi e soggetto continuamente al fenomeno criminale degli incendi estivi” – Fiore propone una soluzione alternativa: “Se i fedeli sentono il bisogno di avere una statua del Cristo Redentore da venerare, essa si potrà posizionare in una area verde nel centro cittadino, senza andare ad invadere una zona di interesse archeologico e paesaggistico di valore”.

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