
L’idea era sicuramente finalizzata a cercare una soluzione. Una strada condivisa per affrontare le difficoltà relative la stabilizzazione dei 35 ex Lsu. Ma, come era prevedibile, la riunione dei capigruppo che si è tenuta stamattina a Minturno, non ha raggiunto il risultato.
L’argomento era troppo scottante e i rischi considerevoli. I partecipanti all’incontro hanno sviscerato la situazione anche ripercorrendo le varie fasi della stabilizzazione dei lavoratori e persino relazionando sull’incontro della scorsa settimana in Regione. Tante le parole spese per un argomento che interessa certamente 35 operai impiegati con contratto a tempo indeterminato presso il Comune di Minturno, l’ente locale, ma anche tutti i cittadini.
I capigruppo di opposizione con pochi giri di parole, seppure desiderosi di dare il proprio apporto alla questione, hanno evidenziato come in fasi antecedenti non siano stati interpellati, ad esempio il 31 luglio scorso quando è stata decisa la sospensione dei 35 ex Lsu, ma soprattutto hanno sottolineato come la qualifica di consigliere non sia sufficiente ad elargire consigli legali che sarebbero meglio formulati da esperti nel settore: avvocati del lavoro.
Qualche esponente di minoranza più temerario ha, anzi, suggerito anche di verificare le responsabilità in seno all’amministrazione comunale circa la redazione e la sottoscrizione dei 35 contratti in quando qualora la stabilizzazione fosse stata effettuata con contratto a tempo determinato, come avvenuto nella maggior parte dei casi per il 142 enti locali coinvolti, non si sarebbe arrivati a mettere a rischio il patto di stabilità.
L’iter che ha trovato maggiori consensi nella riunione di oggi sembra essere stato quello di cercare una soluzione condivisa con gli altri Comuni coinvolti, ma soprattutto un dialogo con lo Stato.