Slitta la decisione del giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma sui rinvii a giudizio chiesti dall’Antimafia, per gli imputati accusati di aver costituito o collaborato con un’associazione per delinquere in terra pontina, finalizzata a regolarizzare l’introduzione di stranieri nel territorio italiano tramite falsi permessi di soggiorno. Un gruppo criminale che, per la Dda, avrebbe avuto al vertice l’avvocato Alessandro Verrico, di Latina.
L’udienza è saltata e il pronunciamento è ora atteso per metà aprile. Un caso venuto alla luce lo scorso 27 marzo, quando scattarono gli arresti. Le indagini sono invece iniziate a febbraio del 2012, dopo una denuncia presentata in questura da un’impiegata del Sui – Sportello unico per l’immigrazione – di Latina, che segnalava la falsità di un nulla osta al lavoro subordinato rilasciato ad un immigrato indiano.
Tra intercettazioni telefoniche e ambientali, gli inquirenti si sono convinti che a operare fosse un’associazione per delinquere, con base operativa proprio nello studio legale dell’avvocato Verrico. Fondamentale poi l’apporto di imprenditori agricoli compiacenti e qualche aiutino nell’ufficio della Prefettura.
Agli immigrati il legale avrebbe fornito documenti falsi, consentendogli così l’ingresso in Italia mediante assunzioni fittizie o finti ricongiungimenti familiari, chiedendo in cambio fino a 7.000 euro. Gli stranieri, indiani in particolare, avrebbero versato la prima tranche del denaro a un intermediario locale, nel loro Paese, e la seconda quando ottenevano il nulla osta. Diciannove gli indagati una volta concluse le indagini.
L’Antimafia ha poi chiesto il giudizio, ma per la decisione del giudice occorrerà ora attendere altri due mesi.
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