Assalto a un blindato al Divino Amore, Toti torna dal Gup

rapinaSaltato il processo a Fabrizio Toti, accusato di aver preso parte, il 7 novembre 2008, all’assalto a un blindato a Roma, nei pressi del Divino Amore, che fruttò ai banditi entrati in azione un bottino di 2,4 milioni di euro. Il terracinese, da tempo residente a Latina, era imputato davanti alla I sezione penale del Tribunale di Roma. Sia al termine delle indagini che per l’udienza in cui il pontino era stato rinviato a giudizio, non erano mai stati inviati gli atti e fatte comunicazioni al suo difensore, l’avvocato Oreste Palmieri. Quest’ultimo, presentatosi ieri in aula e sollevata l’eccezione, ha così ottenuto l’annullamento di tutti gli atti e lo stralcio della posizione di Toti, per il quale gli atti sono tornati in Procura. L’udienza è poi stata aggiornata a luglio.

Il colpo fallito a Gaeta


Il 6 luglio del 2009, a Gaeta, sulla Flacca, un gruppo di banditi assaltò un furgone portavalori nella zona della Piana di Sant’Agostino, speronandolo. Il gruppo, composto tutto da romani e dal pontino Toti, era però tenuto sotto controllo dagli investigatori, essendo sospettato del colpo compiuto sull’Ardeatina nel novembre precedente. Inutile la fuga. I sette autori della tentata rapina vennero rintracciati a Pomezia e arrestati. Tutti, tranne uno, erano in semilibertà, pur essendo stati condannati per rapina, omicidio, tentativo di omicidio e altro. Luciano Febi, 54 anni, era stato condannato all’ergastolo per rapina, omicidio e tentativo di omicidio di carabinieri, il cugino Mario Febi, 53 anni, di Vicovaro, era anch’egli semi libero, già condannato all’ergastolo per omicidio e tentativo di omicidio e rapina. Altro sorvegliato speciale era Maurizio Di Giuseppe, di 47 anni, con precedenti per rapina aggravata ai danni di portavalori. Quanto a Daniele Piani, 46 anni, di Pomezia, era detenuto anch’egli in semilibertà e affidato in prova ai servizi sociali: per lui omicidio, tentato omicidio e rapina. Fabrizio Toti, poi, aveva precedenti per rapina, sequestro di persona e furto, ma aveva beneficiato dell’indulto. Diego Pedetta, infine, era stato processato e assolto in appello in relazione ad un assalto, nel 2001, ad una filiale di banca presso Santa Maria della Mole, dove rimase ucciso un carabiniere. L’unico che non aveva avuto problemi particolari era Marco Di Giuseppe, figlio di Maurizio. In appello, per i fatti di Gaeta, Toti si è visto condannare a sei anni e dieci mesi di reclusione.

La rapina a Roma

Ritenendo il gruppo responsabile dell’assalto compiuto nel 2008 nei pressi del Divino Amore, quello andato a segno, si è così aperto un nuovo processo a Roma. Per il pontino però il procedimento ha subito una battuta d’arresto ed è tornato nella fase delle indagini preliminari.

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