Gaeta, Scelta Civica contro il servizio mensa: “I bambini non mangiano i pasti”

Salvatore Di Ciaccio
Salvatore Di Ciaccio

Rivedere i bandi di assegnazione negli appalti per il servizio mensa e privilegiare chi cucina più vicino alle scuole. Per il referente di Scelta Civica a Gaeta Salvatore Di Ciaccio il problema dei bambini che non mangiano i pasti è una vicenda ancor più seria della polemica già scatenatasi negli ultimi giorni dopo le segnalazioni di alcune madri. Non sono bastate le rassicurazioni arrivate direttamente dall’amministrazione comunale a garanzie della salute dei bambini e della qualità degli alimenti.

“Ritengo – afferma Di Ciaccio – decisamente fuori luogo ed indice di grave superficialità la reazione dell’assessore Mitrano alle giuste osservazioni dei genitori degli alunni frequentanti le scuole di Gaeta. Al contrario avrebbe dovuto accogliere queste critiche per approfondire e migliorare una situazione molto delicata, che riguarda un aspetto determinante sia dell’attività scolastica sia della crescita dei bambini. Un punto di cottura situato a Fondi, quindi a notevole distanza dalla città, significa che dalla cottura dei pasti fino al loro consumo può passare anche un’ora, addirittura un’ora e mezza, con tutte le implicazioni del caso, cioè cibi scotti, scarsamente appetibili e digeribili, potenziali fonti di tossinfezioni alimentari.


"Sabina Mitrano - fonte: roma regione.net"
“Sabina Mitrano – fonte: romaregione.net”

Altro aspetto importante è la qualità delle materie prime, sulla quale è facile avanzare dei dubbi, immaginando i costi che la ditta deve sostenere per il personale, la preparazione ed il trasporto dei pasti, ed il fatto che sempre più bambini preferiscono consumare un panino piuttosto che mangiare un pasto immangiabile. La naturale conseguenza di tutto ciò è il mancato consumo del pasto, un’alimentazione scorretta e l’instaurarsi di un cattivo rapporto col cibo, condizioni che spesso sono alla base di gravi disturbi dell’alimentazione nell’adolescente, come l’anoressia e la bulimia.

Queste considerazioni dovrebbero consigliare un ripensamento del servizio di refezione scolastica, che in sede di affidamento dovrebbe privilegiare, con un alto punteggio, i punti di cottura situati a pochi minuti dalle scuole. Durante la precedente amministrazione – ricorda Di Ciaccio – si ipotizzava l’utilizzo della mensa dell’asilo nido, che al piano terra dispone di spazi sufficienti per questo servizio; per la sua centralità sarebbe la soluzione migliore, sia in termini di garanzia e qualità dei cibi, sia per la possibilità di controlli più costanti da parte della commissione mensa e degli organismi sanitari.

Infine la qualità delle materie prime e dei cibi preparati va monitorata continuamente affinchè la refezione svolga realmente un ruolo socializzante ed educativo. Su questi temi si misura la capacità di un’amministrazione di comprendere le problematiche dei cittadini e di fare importanti interventi sul fronte della qualità della vita, non accusando chiunque muova un’obiezione di fare polemiche strumentali o attacchi politici”.