
“Noi andiamo avanti”. Lo dice a chiare lettere Andrea Fiorillo, titolare con la compagna dell’edicola di Corso Vittorio Emanuele III, l’attività del centro storico di Lenola nel mirino di due intimidazioni di fuoco a ventiquattr’ore l’una dall’altra.
L’ultima, condita da un messaggio inquietante: un foglietto in cui si richiedeva esplicitamente la consegna di una somma di denaro, da subito in mano ai carabinieri.
Dopo i fatti, il sindaco Andrea Antogiovanni aveva ufficialmente dichiarato che non avrebbero più riaperto: “L’edicola chiude i battenti perché i gestori non se la sentono più di avere a che fare con la criminalità o micro criminalità”.
E invece no. Loro non si arrendono. “Non alziamo per nulla bandiera bianca”, dice in maniera convinta il titolare. “La violenza o la piccola criminalità non hanno vinto. Il locale è per forza di cose momentaneamente inagibile, visti i danni e le esalazioni di fumo, ma al più presto riapriremo senza alcuna paura. Con ancora più voglia di lavorare di prima”.
Riguardo la richiesta di pizzo, Fiorillo non si sbilancia: “Di questo non parlo. Chiunque sia il responsabile di quanto accaduto, delle indagini si occupano le forze dell’ordine”.
Forze dell’ordine che ancora indagano senza sosta. I carabinieri pare non escludano alcuna pista: dalla criminalità vera e propria a quella di una manovra messa a segno da qualche individuo isolato, magari una semplice, improvvisata ‘testa calda’.
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