Il Crac Midal ed il principio dei danni morali: la genesi della svolta giuridica

*L'avvocato Guglielmo Raso*
*L’avvocato Guglielmo Raso*

Nel corso dell’udienza preliminare del processo per il crac Midal, tenutasi martedì, quasi 40 ex dipendenti delle diverse controllate del gruppo hanno avanzato la richiesta di costituzione di parte civile.

Richiesta su cui il gup Nicola Iansiti si è riservato, ma che comunque rappresenta un precedente importante, in provincia di Latina.


“Una novità assoluta”, ha sottolineato dal legale degli ex lavoratori, l’avvocato Guglielmo Raso. “Normalmente, nei processi per bancarotta la legittimazione alla costituzione di parte civile spetta in via esclusiva alla curatela fallimentare”.

*Alcuni dei lavoratori in contestazione*
*Alcuni dei lavoratori in contestazione*

Ed allora come è stato possibile presentare la richiesta? Raso, agendo tra le ‘pieghe’ delle leggi, è ricorso ad una sorta di escamotage. “La stessa legge fallimentare – ha detto – prevede che i soggetti danneggiati, in questo caso i lavoratori licenziati, possano costituirsi parte civile anche insieme alla curatela per richiedere il risarcimento del solo danno morale”.

Oltre ad una sentenza della Corte di Cassazione, tra i precedenti in merito ce n’è uno di pochi mesi fa, datato luglio 2013 ed inerente la bancarotta Eutelia-Agila, processo tenutosi presso il Tribunale penale di Roma.

Ecco dunque spiegato l’esordio in terra pontina del principio secondo cui l’imprenditore che depaupera in maniera dolosa le risorse di un’azienda, deve risarcire i danni morali sofferti dai lavoratori licenziati. Principio affermato con forza dagli ex dipendenti del gruppo Midal nonché appoggiato, durante la scorsa udienza, dai pubblici ministeri Raffaella Falcione e Nunzia D’Elia.

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