Arresto ‘falsificato’ a Lenola, condannati anche in Appello i due carabinieri

*Una vicenda che fece scalpore, non solo in paese*
*Una vicenda che fece scalpore, non solo in paese*

Lo scorso 27 gennaio, i giudici della terza sezione penale della Corte di Appello di Roma hanno respinto il ricorso presentato dai legali di Ciro Paglino e Luigi Ciriaco Bizzarro, i due appuntati dei carabinieri condannati nel gennaio del 2012 per un verbale d’arresto infedele.

Stando alla versione della parte lesa, confermata in sede processuale, lo avevano falsificato attribuendo ad un ragazzo di Lenola, all’epoca dei fatti 16enne, il possesso di 80 grammi di hascisc invece rinvenuti nella disponibilità di un altro ragazzo, già maggiorenne: l’allora 16enne, i cui interessi sono tutelati dall’avvocato Francesco Spirito, sarebbe stato peraltro convinto ad addossarsi la colpa, forse con l’intento di evitare guai maggiori all’altro giovane coinvolto. Di seguito, venne quindi tratto in arresto ed affidato per cinque giorni al Centro di Prima accoglienza di Roma.


Confermate, dunque, le condanne in primo grado dei due rappresentanti dell’Arma, che ricorsero al rito abbreviato: due anni di reclusione per Paglino, un anno e due mesi per Bizzarro. A suo tempo di stanza rispettivamente a Lenola e Gaeta, sospesi nel 2010 per due mesi, prestano ora servizio nel Frusinate.

All’epoca, sul banco degli imputati finì anche il comandante della Stazione di Lenola, Biagio Di Iorio, pure lui giudicato con l’abbreviato: il pubblico ministero Olimpia Monaco gli contestava il concorso morale nella falsificazione del verbale d’arresto dell’allora minorenne; non avendo partecipato al blitz, il gip Tiziana Coccoluto lo assolse con formula piena, per non aver commesso il fatto. Nel corso dell’Appello, il pm di turno ha comunque evidenziato che, sulla base dei carteggi, sarebbe stata opportuna anche una sua condanna.

Ovviamente soddisfatti, i familiari della parte lesa. Che però attendono ancora si faccia “piena giustizia”: dopo la sentenza di primo grado i vertici provinciali dei carabinieri pare avessero loro assicurato, per via informale, che, considerando alcuni particolari emersi nonostante il proscioglimento, il comandante Di Iorio sarebbe stato destinato ad altro incarico. “Cosa finora mai avvenuta”, sottolineano.