Aldo Forte su sanità, giustizia, finanziamenti: “Basso Lazio senza peso politico”

*Aldo Forte*
*Aldo Forte*

Giustizia, sanità, peso politico del basso Lazio all’interno della Regione. Sono i tre temi che Aldo Forte, assente di lunga data dalla politica locale, impegnato piuttosto a livello nazionale sia all’interno del proprio partito di riferimento che, dall’estate scorsa, consulente per la semplificazione nell’ambito del dicastero della Pubblica amministrazione presieduto da Gianpiero D’Alia, ha voluto trattare durante una conferenza stampa organizzata presso la sede dell’Udc di Formia.

E’ emersa la constatazione di come, con la riduzione a zero di rappresentanti politici del basso Lazio a livello regionale e nazionale, il territorio abbia subito un consegente depauperamento su più piani: giudiziario, sanitario, di finanziamenti per opere pubbliche. L’invito, conseguente, alle forze politiche locali e a fronte di questa constatazione, a “fare squadra ed evitare battaglie ideologiche”.


Nel dettaglio poi, dopo aver sottolineato la bocciatura della proposta Moscardelli sugli ambiti giudiziari per cui tutto il territorio del golfo resta sotto la giurisdizione di Cassino e non verrà ulteriormente diviso, Forte ha annunciato l’arrivo di 600mila euro, fondi regionali, per il centro “Dopo di noi”, “una struttura che va incontro alle esigenze di disabili senza famiglia”, che sorgerà, insieme a quello contro le dipendenze per cui di euro ne sono già giunti 900mila, all’ex Seven Up.

Sul fronte policlinico, con possibile coinvolgimento dell’ex pastificio Paone nell’ambito di una più ampia ristrutturazione del Dono Svizzero, tema dibattuto in città nelle ultime settimane: “Mi sembra di essere tornato a dieci anni fa, la Regione non ha nessuna possibilità economica di aprire nuovi ospedali considerato che esiste un piano di rientro che preclude ogni spesa nel campo dell’edilizia sanitaria. Inoltre – ha aggiunto – come si fa a pensare di progettare su un sito (il pastificio) attualmente sotto sequestro e con amministratori indagati?”. E poi: “Il vero problema da risolvere è il precariato di quei medici che da sette anni, a causa del blocco del turn over, pur avendo acquisito professionalità, e non solo, restano incerti sul loro futuro occupazionale”. Ricordando sulle novità relative al Centro Trasfusionale: “Quando in passato si presentò il problema ero assessore regionale e potei personalmente intervenire sul problema, oggi sul territorio nessuno ne ha la forza”.

E dopo aver elogiatol’impegno dei consiglieri comunali di partito all’interno del Comune, “Unica opposizione” ha detto Forte, un’ultima dichiarazione sulla possibilità di una candidatura al parlamento europeo: “Sono impegnato nella ristrutturazione del partito – ha premesso -, battaglie da reduci non mi interessano”. Come a dire che per sopravvivere a se stesso l’Udc deve provvedere a un profondo “lifting”. Forse anche di più.