Nucleare in provincia di Latina, il Pd interroga il ministro Orlando sulle centrali dismesse

centrale nucleare borgo montelloUn quarto di secolo non è stato sufficiente in Italia per far trovare al Parlamento una soluzione sulla dismissione delle vecchie centrali nucleari e soprattutto sui rifiuti radioattivi che quegli impianti hanno prodotto. Non è stato individuato un deposito nazionale delle scorie e il pericoloso materiale continua ad essere distribuito, in attesa di definitiva collocazione, nelle diverse strutture gestite dalla Sogin, la società incaricata della sicurezza e dello smantellamento dei vecchi siti dove veniva prodotta energia dall’atomo. Un problema particolarmente avvertito in provincia di Latina, dove si trova la centrale nucleare di Borgo Sabotino e che confina con quella del Garigliano.

Sulla vicenda sono ora tornati alla carica la deputata Mariastella Bianchi e altri 19 onorevoli del Pd, con un’interrogazione al ministro dell’ambiente, Andrea Orlando. I parlamentari del Partito democratico hanno ricordato, nell’atto presentato, che ad oggi “le scorie nucleari ammontano a più di 30.000 metri cubi, di cui 25.200 a bassa e media attività e 7.200 metri cubi ad alta attività. A questi si aggiungeranno oltre 50.000 metri cubi provenienti dalle operazioni di smantellamento e bonifica delle installazioni nucleari. Inoltre, è atteso il rientro in Italia di alcune decine di metri cubi di combustibile radioattivo spedito in Gran Bretagna e in Francia per essere riprocessato”. Andando all’assenza di un deposito nazionale delle scorie, i venti deputati hanno poi sostenuto che tale vuoto “impedisce lo smantellamento definitivo degli impianti nucleari esistenti sul territorio nazionale e la messa in sicurezza dei territori che ospitano le centrali dismesse e i siti di stoccaggio temporaneo dei materiali radioattivi”.


centrale-gariglianoGli esponenti del Partito democratico hanno anche evidenziato che il decreto legislativo n. 31 del 2010 ha disciplinato il riassetto della disciplina dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, prevedendo la costruzione di un parco tecnologico all’interno del quale collocare un deposito nazionale destinato allo smaltimento a titolo definitivo dei rifiuti radioattivi a bassa e media attività derivanti da attività industriali, di ricerca e medico-sanitarie e dalla pregressa gestione di impianti nucleari ed all’immagazzinamento, a titolo provvisorio di lunga durata, dei rifiuti ad alta attività e del combustibile irraggiato provenienti dall’esercizio di impianti nucleari, compresi i rifiuti derivanti dalla pregressa gestione di impianti nucleari”.

Non essendo ancora stati individuati il deposito e il parco tecnologico, strutture che con ogni probabilità porteranno poi resistenze da parte dei cittadini residenti nelle aree dove dovrebbero essere realizzate, i venti deputati hanno chiesto al ministro Orlando se sia in grado di fornire informazioni circa la predisposizione dei criteri di localizzazione  e cosa intenda fare per arrivare a breve a una proposta per individuare tali aree.

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