
A Monte San Biagio il pericolo viene dall’alto. Che uno giri in auto o a piedi fa lo stesso: le insidie paiono incombere costanti. Se in un noto film d’animazione per i più piccoli “piovono polpette”, da quelle parti piovono massi. Certamente meno succulenti. Soprattutto se per poco non ti travolgono.
Ultimo, allarmante episodio, domenica, all’ora di pranzo. Dieci minuti dopo le 13 in via Castello, nella parte alta del paese, una porzione del muraglione di contenimento della strada che porta fino a piazza Castello ha ceduto. Alcuni macigni sono rovinati sull’asfalto, a pochi centimetri da un camioncino ed alcune auto in sosta. Se in quei momenti qualcuno si fosse trovato in traiettoria, sarebbe stato comodamente travolto. Nel tardo pomeriggio, una grossa pietra era ancora lì per cadere, retta a stento da un filo di sterpaglie.
All’origine del crollo, proprio le sterpaglie. E quindi, vien quasi da sé, la cronica mancanza di manutenzione: il muro è a secco e, con l’incedere delle radici cresciute nel tempo, ha pian piano ceduto. Fino a sfiorare la disgrazia, visto il numero di residenti di quella parte del paese. Senza contare i ragazzini che ogni giorno giocano in nell’area in questione.

Logica, la reazione degli abitanti della zona. Se qualcuno se la cava con un sorriso beffardo, altri sono visibilmente infuriati, ed attaccano senza mezzi termini l’amministrazione di centrodestra alla guida di Monte San Biagio: “Sono anni che quel muro è senza manutenzione, senza che nessuno se ne preoccupi”, è il ‘j’accuse’. “Si pensa ad altre opere, come la mobilità leggera, senza invece accorgersi che il paese sta morendo. Questo è un esempio. Ed il peggio è che i responsabili di tutto ciò vogliono ancora stare al comando, col testimone pronto a passare da Mirabella al candidato sindaco Carnevale”.
Mettendo per un attimo da parte la polemica, che per qualcuno potrebbe pure essere opinabile, un dato di fatto su cui c’è poco da discutere. Anzi, una serie: a Monte San Biagio, negli ultimi anni, di massi in caduta libera se ne sono visti tanti. Che poi venissero dai monti piuttosto che dai muri, poco importa.
Quest’estate l’auto di un 26enne del posto, M.T., è stata centrata in pieno da un macigno mentre transitava nella zona del vecchio cimitero. E’ rimasto illeso per il rotto della cuffia. L’auto era da buttare.
Eclatante, tanto per citare un altro esempio indicativo, quanto accadde nel 2009 in via Portella superiore. L’allora 35enne A.T. ed il figlioletto di cinque anni scamparono per miracolo alla caduta di una grossa roccia staccatasi col maltempo dalla montagna sovrastante, ad altro rischio di frane e all’epoca senza alcuna rete di protezione: stavano dormendo, il masso sfondò il tetto della loro abitazione, entrando quasi in camera da letto.