Formia, Inps bloccata: in attesa di indennità muoiono. Fino a quattro mesi per la disoccupazione

Oltre al danno la beffa. Devono aver pensato proprio questo le centinaia di persone che negli ultimi mesi, e forse sarebbe il caso di dire negli ultimi anni, sono stato costretti a causa di situazioni di forte disagio socio-economico a chiedere aiuti concreti all’Inps.

inpsChe oltre ad essere l’istituto nazionale di previdenza sociale è l’organismo deputato sui territori di competenza a ricevere e selezionare tutte le domande di assistenza per la valutazione finale. Per intenderci, se la crisi ha prodotto impennate percentuali forse mai viste prima sulle perdite dei posti di lavoro, e certamente non fa eccezione il sudpontino, è l’Inps che dietro formale richiesta provvede come organismo di Stato a stare vicina ai propri cittadini con l’istituto dell’ammortizzatore sociale che prevede la liquidazione per somme a titolo di disoccupazione.


Tuttavia è maturata ed esplosa una vera esasperazione generale a seguito dei lunghissimi tempi di attesa nello smaltimento delle pratiche. Le domande di disoccupazione da parte di padri di famiglia lavoratori che hanno perso il lavoro sono arrivate a restare nei cassetti fino a quattro mesi. Tempo nel quale nuclei familiari sono arrivati sulla soglia di disperazione oltre che di povertà. Va detto, nello specifico, che i casi analizzati sono tutti riconducibili alle competenze dell’Inps di Formia, anche se sembra non andare molto meglio ai presidi di tutta la Provincia di Latina.

senza lavoroCerto è che l’aggravarsi del contesto socio-economico della crisi è la causa dell’aumento esponenziale delle richieste, al quale però non è seguito un adeguamento operativo. Sarà un organico ridotto e incapace di stare al passo coi tempi o più semplicemente un disservizio, sta di fatto che quattro mesi possono essere davvero una tragedia per nuclei familiari rimasti senza reddito. Insomma gli effetti della crisi possono essere devastanti e lo sono stati, “ma dov’è lo Stato” si chiedono molti cittadini.

Non solo neo-disoccupati però, perché un simile trattamento lo denunciano anche le centinaia di utenti che si rivolgono all’Inps per le indennità civili, come la pensione di invalidità o di accompagnamento. Pratiche con analoghi tempi di attesa che possono addirittura dilatarsi se oltre al danno dell’attesa, può arrivare anche la beffa di un rifiuto, nonostante situazioni sanitarie drammatiche. Lunghe cause in tribunale in molti casi sono state necessarie per appurare il pieno diritto di un utente ad avere la pensione, mentre solo l’organismo deputato sembrava non essersene accorto.

imagePer di più capita che in molti casi si perdono le pratiche o ci sia uno fastidioso scaricabarile di responsabilità, così che talvolta soggetti in attesa di percepire l’aiuto sono addirittura deceduti. Questa si una vera beffa. Insomma una ennesima spaccatura tra i diritti fondamentali di un cittadino, come l’assistenza, e l’organo deputato alla tutela di analoghe emergenze. E in questo senso persino gli altri organismi di supporto al lavoro dell’Inps, deputati all’intermediazione tra utenti e istituto previdenziale, perdono di fatto il loro significato di esistere, rimanendo condizionati dai danni e dalle beffe degli organismi di Stato per il sostegno ai più disagiati.