Abusò della figlia, il Riesame annulla la custodia in carcere ma non concede i domiciliari

abusi bimba bambina minorenneI giudici del Tribunale del Riesame di Roma devono spiegare perché il papà accusato e condannato per violenza sessuale sulla figlia quindicenne deve restare in carcere e non può invece andare ai domiciliari. La Corte di Cassazione ha depositato le motivazioni della sentenza con cui, accogliendo in parte il ricorso presentato G.A., 38 anni, di Latina, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa a carico di quest’ultimo e rinviato il caso al Tribunale della libertà per un nuovo pronunciamento.

L’imputato a novembre è stato condannato a sette anni di reclusione, un anno in più di quanto chiesto dal pm Marco Giancristofaro, dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Lorenzo Ferri. Il latinense, prima davanti al sostituto procuratore Gregorio Capasso e poi davanti al gip Costantino De Robbio, aveva ammesso i fatti, aggiungendo di aver abusato sessualmente della ragazzina anche in altre occasioni oltre a quella a lui contestata.


Nell’attesa del processo d’appello, a cui farà ricorso i difensore di G.A., l’avvocato Angelo Palmieri, la Cassazione ha riaperto uno spiraglio per il 38enne. La difesa ha puntato fin dall’inizio a far ottenere al latinense i domiciliari. Per il Riesame G.A. non può essere rimesso in libertà avendo più volte minacciato la figlia, dicendole “O ti spogli o ti meno”, e avendola minacciata di morte per non farle riferire degli abusi a cui la costringeva, costringendola a fare sesso con lui. Secondo i giudici, inoltre, il 38enne deve essere mantenuto in stato di arresto perché avrebbe confessato solo parzialmente e perché ha dimostrato di non sapere contenere i propri istinti, mostrandosi così inaffidabile.

Per gli ermellini, però, non è stato chiarito perché G.A. deve essere lasciato in carcere e non ottenere il beneficio dei domiciliari, visto che comunque ha raccontato i fatti agli inquirenti ed era poi andato a vivere in un altro Comune, lontano da moglie e figli. A fine maggio la figlia del 38enne si recò al pronto soccorso dell’ospedale «Santa Maria Goretti» e riferì di essere stata violentata dal padre. I carabinieri si misero sulle tracce di G.A. e, dopo averlo rintracciato, lo portarono in caserma. Il 38enne confessò subito, dicendo di aver portato la quindicenne in un parcheggio nei pressi di Tor Tre Ponti e di averla violentata all’interno dell’auto. Soltanto dopo qualche settimana venne emessa un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e il 38enne, interrogato dal gip, ammise nuovamente i fatti.

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