Appuntamento a Sermoneta con ”La sagra della polenta”

sagra3Sermoneta celebra domani il suo piatto tipico, la polenta, con una Sagra che ogni anno richiama migliaia di visitatori da tutta la Regione.

Nonostante le previsioni meteo non siano favorevoli, la tradizione non verrà interrotta e già dalle 6 di domattina i maestri polentari inizieranno la cottura della polenta e del sugo con salsicce nei tipici paioli di rame, sul fuoco di legna acceso proprio in piazza, sotto una tensostruttura.


Alle 8.30 e alle 11 ci sarà la Santa Messa nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e la benedizione dei pani. Nelle strade e nei vicoli del centro storico, inoltre, ci sarà un mercatinbo dell’artigianato. Alle 12.30 inizierà la distribuzione della polenta. Nel pomeriggio alle 15 è prevista anche l’esibizione degli Sbandieratori Ducato Caetani di Sermoneta e del gruppo folk Jo Menaturo.

Alle 18, nella chiesa di San Michele Arcangelo, i “Suoni in chiave popolare” di Massimo Gentile alla fisarmonica, Anna Maria Gentile alla viola da gamba e Massimiliano Filosi sassofono soprano.

Una navetta gratuita è stata messa a disposizione dei turisti per raggiungere il centro storico dall’Area Mercato di Monticchio e sarà attiva per tutta la giornata dalle ore 9 alle ore 14 e dalle ore 15 alle ore 20.

sagra1La Sagra della Polenta è una tradizione secolare in onore di Sant’Antonio Abate (protettore degli animali domestici e del mondo rurale) prima del periodo quaresimale, così come storicamente riscontrato dall’editto dell’anno 1622 del Canonico Sermonetano Leonardo Scincia, all’epoca governatore papale in Tossignano (BO), dove istituì, con regolare bando, la festa della polenta da celebrarsi l’ultimo giorno di carnevale, che a tutt’oggi ha ancora luogo.

Agli inizi del 1500 venne importato dal Nuovo Mondo il mais, che dopo un primo periodo di diffidenza diventa, trasformato in polenta nei modi più diversi, il piatto per eccellenza.

Molte notizie storiche fanno credere che Guglielmo Caetani, quando tornò a Sermoneta nel 1504 dopo l’esilio al quale fu costretto quando i Borgia, nel 1499, presero possesso della fortezza di Sermoneta, portò con sé un sacchetto di strani semi importati dal Nuovo Mondo e chiamati “mahiz”. Il Caetani seminò i nuovi semi nelle sue vaste e fertili terre e ne ebbe abbondanti raccolti. I Caetani avevano nel loro territorio riguardo ai propri sudditi anche lo “jus gladi et sanguinis” e spesso ponevano a languire nelle prigioni del castello numerosi delinquenti comuni o loro nemici, ai quali per sostentamento si dava generalmente un pastone ottenuto con semola di grano. Guglielmo pensò di dare ai prigionieri anzichè la solita poltiglia di grano, una pietanza ottenuta con farina di mais che piacque ai prigionieri.

sagraLa nuova pietanza si diffuse anche presso i pastori che, specie dopo la transumanza, vivevano numerosi con il loro bestiame in capanne costruite sulle falde delle colline adiacenti a Sermoneta. Nel cuore dell’inverno i poveri pastori non vivevano certo nell’abbondanza, perciò il giorno della festa di S. Antonio Abate il Duca permise che in piazza si offrisse a tutti polenta condita con carne di maiale per poi dare inizio al carnevale Sermonetano.

Non è improbabile che il Duca Guglielmo chiamasse il mais granoturco perchè la peluria delle pannocchie del nuovo vegetale gli ricordavano i folti baffi dei corsari Turchi contro i quali dovette spesso combattere per le frequenti scorrerie che essi facevano nel suo territorio.

La sagra della Polenta si terrà domani anche a Doganella di Ninfa. Nelle settimane successive la manifestazione si sposterà nelle borgate: a Pontenuovo il 26 gennaio, il 2 febbraio a Sermoneta Scalo e il 9 febbraio a Tufette.