
I grillini vogliono la verità sulle discariche gestite negli anni da Manlio Cerroni e da imprenditori a lui vicini.
La scintilla che ha portato la senatrice Elena Fattori e altri venti colleghi pentastellati a dar fuoco alle polveri è stata la recente indagine dell’Antimafia, con gli arresti del Supremo e di altri manager dei rifiuti e funzionari regionali del Lazio. I parlamentari del Movimento 5 Stelle chiedono di fare luce su cosa realmente si trovi nel sottosuolo nei siti oggetto degli affari di quello che veniva chiamato l’ottavo re di Roma. I 21 senatori hanno presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, e ai ministri dell’ambiente, Andrea Orlando, della salute, Beatrice Lorenzin, e dello sviluppo economico, Flavio Zanonato. Le manette sono scattate ipotizzando la costituzione di un’associazione per delinquere, che avrebbe compiuto illeciti nella gestione dei rifiuti e nella determinazione delle tariffe per lo smaltimento della spazzatura laziale. Fatti definiti dal gip Massimo Battistini di “assoluta gravità”.
I grillini, nell’atto parlamentare depositato, hanno però ricordato anche che, il 31 ottobre 2013, “è stata parzialmente desecretata la testimonianza resa in corso di audizione, presso la Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti della XIII Legislatura, dal pentito di camorra Carmine Schiavone, il quale riferiva anche sulla discarica di Borgo Montello, a Latina, gestita proprio da Cerroni e dal suo conclamato braccio destro Bruno Landi. Le dichiarazioni del pentito Schiavone riguardano i traffici di rifiuti tossici, gli interramenti degli stessi, le contaminazioni dannose per la salute umana”. Particolare evidenziato in quanto nell’inchiesta diretta dalla Dda di Roma e portata avanti dai carabinieri si parla, tra l’altro, di “rifiuti farmaceutici non trattati legalmente nelle discariche riconducibili a Cerroni”.
Un quadro sufficiente per far chiedere ai rappresentanti di Palazzo Madama quali iniziative intenda prendere il Governo per giungere a una “puntuale verifica della situazione ambientale e sanitaria del sottosuolo delle discariche che riconducono agli arrestati e a Manlio Cerroni” e se intenda “intervenire, in riferimento ai poteri sostitutivi e alla Conferenza Stato-Regioni, per avviare la caratterizzazione idrogeologica di tutte le discariche in questione”.
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ndi-16 gennaio)