
Parzialmente scongiurata già all’inizio dell’anno nuovo, adesso è naufragata del tutto la possibilità, ventilata nei mesi scorsi, che arrivassero nel porto di Gaeta le pericolosissime armi chimiche, centinaia di tonnellate di gas nervini, sequestrate in Siria dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per la proibizione delle armi chimiche (Opac).
Il carico ‘esplosivo’ farà tappa in Calabria, precisamente nel porto di Gioia Tauro. E il sindaco della città già pensa di chiudere il porto.
Lo ha annunciato il capo dell’Opac, e poi è arrivata la conferma dal ministro dei Trasporti Maurizio Lupi: proprio nel porto di Gioia Tauro avverrà il passaggio di circa 560 tonnellate di sostanze chimiche letali dalle navi danesi e norvegesi a quella americana Cape Ray.
A questo proposito è già intervenuta l’Unione Difesa Consumatori sul pericolo chimico della complessa operazione, prevista tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio.
Intanto si tira un sospiro di sollievo tra quanti, a Gaeta, avevano gli stessi timori. A pochi era piaciuta l’idea di finire sulle cronache nazionale e internazionali per una vicenda del genere. Per esempio a Rifondazione Comunista, intervenuta subito dopo la circolazione delle prime voci che volevano in pole position proprio il porto laziale, che chiedeva al sindaco Mitrano se esistesse un piano di evacuazione.
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