Risarcimenti per il duplice omicidio di Sezze Scalo, offerto mezzo milione di euro a famiglia

*Maurizio Botticelli*
*Maurizio Botticelli*

Le trattative sul risarcimento ai familiari delle vittime del duplice omicidio di Sezze sono state avviate. I Botticelli puntano a far ritirare le costituzioni di parte civile, soprattutto quelle delle vedove e degli orfani. In base alle poche indiscrezioni circolate, a quest’ultimi sarebbe stato così offerto circa un milione di euro, mezzo milione a famiglia. I tre setini imputati non hanno particolare liquidità. Alle due famiglie vorrebbero così dati 100 mila euro a testa in contanti e un immobile a testa, per arrivare a un totale di circa un milione. Un’offerta formulata dopo aver fatto compiere una perizia sulle loro proprietà. Prima di accettare o rifiutare la proposta c’è ora da giurare che anche le parti civili faranno valutare a dei loro periti le proprietà dei Botticelli.

Una vicenda da chiarire prima della prossima udienza, fissata per il 18 febbraio. Stefano Botticelli, il fratello Maurizio e il nipote Enrico sono imputati davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina, per rispondere degli omicidi di Alessandro Radicioli e Tiziano Marchionne e del duplice tentato omicidio di Gianluca Ciprian.


*Stefano Botticelli*
*Stefano Botticelli*
*Enrico Botticelli*
*Enrico Botticelli*

Un fatto di sangue avvenuto a Sezze Scalo, il 29 ottobre 2012, nell’area di servizio Eni. Secondo gli inquirenti, il 29 ottobre Alessandro Radicioli, di Latina, si era incontrato con Stefano Botticelli per chiedergli ancora una volta il pagamento di un debito, che gli investigatori ipotizzano legato a un traffico di droga. Nell’area di servizio la situazione sarebbe però ben presto degenerata e Stefano, raggiunto dal fratello Maurizio e dal nipote Enrico, avrebbe affrontato Radicioli e gli amici di quest’ultimo, i latinensi Marchionne e Gianluca Ciprian, armi in pugno. Sull’asfalto rimasero i corpi di Radicioli e Marchionne e Ciprian per due volte sfuggì alla morte. Una ricostruzione dei fatti supportata dal racconto di Umberto Gori, di Sezze, anche lui presente all’incontro e nel frattempo deceduto per una grave malattia, da un carabiniere libero dal servizio che si trovava a passare di là e dalle immagini catturate dalle telecamere di sorveglianza del distributore di carburante.

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