Colpo di scena nel processo “Andromeda”. Quando mancava ormai l’ultima arringa e poi i giudici dovevano ritirarsi in camera di consiglio per la sentenza, pronunciandosi sugli affari criminali dei Di Silvio a Latina, la Corte d’Appello di Roma ha emesso un’ordinanza, rinviando tutto al 15 gennaio e preparandosi a rimettere tutti in discussione a istruttoria ormai conclusa. Il motivo? Forse è stato trovato un interprete rom per fare una perizia sulle intercettazioni ambientali.
UN PROCESSO TORMENTATO
A dicembre il procuratore generale aveva chiesto cinque assoluzioni e soltanto tre condanne. Il castello accusatorio, nonostante il ricorso presentato dal pm, aveva ricevuto un ulteriore colpo: in primo grado il Tribunale di Latina aveva ritenuto parte di un’associazione per delinquere solo alcuni imputati, mentre in appello lo stesso procuratore generale, saltata la perizia sulle intercettazioni fatte in carcere, aveva abbandonato definitivamente l’ipotesi che i Di Silvio avessero costituito a Latina una gang per controllare gli affari criminali. Il pg aveva così chiesto condanne solo per episodi di estorsioni, usura e armi. Aveva chiesto l’assoluzione per Giuseppe Pasquale, Armando, Ferdinando e Samuele Di Silvio, tutti difesi dall’avvocato Oreste Palmieri e in primo grado condannati rispettivamente a 6 anni e 8 mesi di reclusione, 3 anni, 3 anni e 1 anno e 10 mesi. Confermata poi la richiesta di assoluzione per Carmine Di Silvio. Chieste invece la conferma della condanna a 6 anni e 9 mesi di reclusione per Costantino Patatone Di Silvio, a 1 anno e 8 mesi per Gianluca Mattiuzzo e la condanna a 2 anni e 8 mesi per Giulia De Rosa, quest’ultima assolta in primo grado. A parlare, oltre all’avvocato Palmieri, erano poi stati i difensori dei tre imputati per i quali sono state chieste le condanne, gli avvocati Carlo Alberto Melegari e Leone Zeppieri.
SI TORNA INDIETRO
Oggi mancava solo l’arringa dell’avvocato Giuseppe Poscia. Ricevuta una nota dalla questura di Latina, con cui gli investigatori hanno sostenuto di aver trovato un interprete di lingua rom che potrebbe effettuare la perizia sulle intercettazioni, anziché procedere con le conclusioni, i giudici d’appello hanno deciso di tornare indietro. Tutto rinviato al 15 gennaio. L’avvocato Oreste Palmieri ha sostenuto che quell’ordinanza è nulla, ma la Corte d’Appello è andata avanti e nella prossima udienza valuterà se affidare l’incarico all’interprete, rimettendo tutto in discussione.
GUERRA CRIMINALE
Il processo è fondato in larghissima parte su intercettazioni telefoniche e ambientali, disposte dopo l’esplosione, il 25 gennaio 2010, della cosiddetta guerra criminale tra rom e non rom, iniziata con l’attentato a Carmine Ciarelli e proseguita con le uccisioni di Massimiliano Moro e Fabio Buonamano. Intercettazioni per cui da maggio i giudici d’appello cercano invano un interprete. Un pasticcio.
Operazione Andromeda
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