Revocato dal suo incarico di giudice onorario al Tribunale di Roma e persa la prima battaglia davanti al Tar del Lazio, un pontino non si è arreso. Per tornare a indossare la toga, il magistrato onorario ha fatto appello al Consiglio di Stato e, prima di decidere se sospendere gli atti impugnati, i giudici di Palazzo Spada hanno ora aperto un’indagine. Il pontino è stato revocato dopo che il presidente della sezione civile dell’ufficio giudiziario romano dove prestava servizio ha presentato una nota, sostenendo che in assenza del giudice titolare, il giudice onorario, in quattro udienze tenutesi a breve distanza l’una dall’altra, nel 2011, aveva nominato per 19 volte lo stesso consulente tecnico d’ufficio. Un particolare che ha portato il Consiglio giudiziario a proporre e il Csm a disporre la revoca dall’incarico del giudice onorario. Il pontino contesta tali accuse e, per sgomberare il campo dagli equivoci, il Consiglio di Stato ha ora aperto un’istruttoria, ordinando al Ministero della giustizia di esibire copia dei verbali delle udienze incriminate, per appurare se il magistrato abbia effettivamente nominato sempre lo stesso consulente. Si torna in aula il 4 febbraio.
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