Gaeta, variante al porto: la Regione smaschera gli accordi tra Mitrano e autority

Se non si fosse saputo, o se le reazioni non fossero state così numerose, critiche ed immediate, alla fine probabilmente l’autorità portuale di Fiumicino-Civitavecchia-Gaeta avrebbe deliberato una variante al piano regolatore portuale della città di Gaeta che oltre all’ampliamento del porto commerciale prevedeva anche la delocalizzazione del pontile petroli verso il lungomare di Vendicio a Formia.

"Vindicio"
“Vindicio”

Tutto senza che venissero messi a conoscenza nè i rispettivi Consigli comunali che sul provvedimento non hanno potuto esprimere il parere delle proprie comunità di riferimento come Formia e Gaeta, nè tantomeno la società civile con i suoi numerosi, movimenti, comitati e associazioni, anche di categoria, per questo motivo a dir poco inviperiti dopo l’annuncio della convocazione dell’autority per licenziare il provvedimento. Insomma una decisione che cadeva dall’alto come una mannaia e all’insaputa di chi sul territorio ci vive.


Eppure qualcuno non può aver fatto a meno di considerare che la decisione, prima della discussione, sia diventata di ordine pubblico e a quel punto non si poteva più andare avanti. E così, di fatti, nella seduta convocata ieri, a ridosso della Vigilia di Natale, l’Autorità portuale ha rinunciato al provvedimento rinviando in maniera generica quello specifico ordine del giorno. Tanto da non fissare neanche una nuova e specifica data, ma limitandosi semplicemente a rinviare la variante, forse per vedere come si evolvono le cose.

Va detto tuttavia che non direttamente l’autorità portuale ha preso la decisione, o meglio lo ha fatto solo ufficialmente, ma potrebbero esserci state pressioni dalla Regione Lazio che visto come si stavano mettendo le cose ha sospeso il procedimento, “sine die”. Una vittoria per chi aveva rivendicato maggiore chiarezza e maggiore coinvolgimento della società civile e dei cittadini, ancora una volta completamente bypassati dalle istituzioni e dalla politica, forti degli accordi nelle stanze del potere.

*Sandro Bartolomeo*
*Sandro Bartolomeo*

E a qualcosa sono evidentemente serviti gli interventi dapprima del sindaco di Formia Sandro Bartolomeo, piuttosto infastidito dalla notizia, tanto da contattare dapprima il suo collega di vicinato Cosmo Mitrano, per poi inviare una missiva all’autorità portuale e al suo presidente Pasqualino Monti. Una lettera nella quale si è rivendicato non solo il diritto di Formia a conoscere quanto era stato preannunciato, ma chiedendo, ancora una volta, che proprio la città di Formia venga finalmente annessa come quarto presidio alla già esistente triade delle città portuali.

Questo anche in considerazione del notevole traffico passeggeri marittimi, per le isole, oltreché per la storica vocazione marittima e portuale della città. Era poi, contemporaneamente, toccato anche all’ex vicesindaco e assessore all’economia del mare di Gaeta Giovanbattista Balletta che ha etichettato come scellerata la decisione, ma visti i recenti e litigiosi trascorsi con l’attuale amministrazione comunale di Gaeta, che lo ha messo alla porta, la sua posizione non sarà stata determinante. Di altro tono, evidentemente, l’intervento degli operatori del porto e dell’omonima associazione presieduta da Damiano Di Ciaccio che, per l’ennesima volta, non ha solo rivendicato con fermezza il diritto di essere maggiormente coinvolti nelle scelte che riguardano l’intera portualità, ma ha poi anche chiarito i motivi dell’errore che stava per commettersi.

Sta di fatto che il filo rosso che ha legato le reazioni è stato la consapevolezza del fatto che l’accordo sulla variante non andava bene a nessuno eccetto che ai protagonisti silenti della trattativa, venuta fuori evidentemente più per ragioni di opportunità che davvero a seguito del coinvolgimento dei cittadini. Ma alla fine, ora, almeno su questa vicenda, non potranno più essere messi da parte.