AGGIORNAMENTO – Grazie ad un’azione opportunamente coordinata con il magg. Luca Brioschi, comandante del Gruppo, i militari della Guardia di Finanza di Formia, hanno portato a termine una brillante operazione che ha portato all’individuazione e alla repressione di atti che costituiscono danneggiamento del patrimonio artistico-archeologico, tanto prezioso nella zona, dove si contano apprezzati reperti di questo genere.
I militari del Nucleo Mobile, nel corso di un piano predisposto con il ten. Rossano Cardella, vicecomandante il Gruppo, e personalmente guidati dal luogotenente Michele Sodano, responsabile della struttura operativa, sorprendevano, nella giornata di ieri, in località “Panorama”, lungo il tratto della Variante Appia, tra Formia e la frazione di Santa Croce, due titolari di un fondo agricolo intenti, con la collaborazione di un escavatore, manovrato da apposito addetto, alla effettuazione di lavori edili regolarmente autorizzati dal comune di Formia, che, però, si spingevano oltre l’oggetto di quanto concesso.
Il lavoro di spianamento del terreno, infatti, stava portando alla distruzione di un antico muro che ai militari è parso subito avere una notevole valenza archeologica, in quanto ritenuto muro di recinzione di una villa romana datata attorno al primo secolo avanti Cristo. I militari delle Fiamme Gialle hanno immediatamente disposto la sospensione dei lavori e il sequestro del cantiere, provvedendo a fotografare tutto quanto era stato modificato nello spazio interessato, così da poter inviare alla competente Sovrintendenza ai Beni Archeologico del Lazio un voluminoso dossier per chiarire la liceità o meno dell’operazione.
Dai riscontri prontamente ricevuti dalla Direzione Regionale dell’Ufficio di Sovrintendenza si è avuta la conferma della giusta interpretazione, da parte delle Fiamme Gialle, della non liceità dei lavori in corso di esecuzione e la conseguente denuncia a piede libero di due soggetti, un uomo e una donna della zona (F.D. del 1933 e F.A. del 1938), per i reati previsti dagli articoli 635 e 733 del C.P. e contemplanti, appunto, il danneggiamento del patrimonio artistico-archeologico.
Per l’operatore alla guida dell’escavatore ne è conseguita la segnalazione per le responsabilità che dovessero emergere a suo carico. Gli inquirenti stanno anche cercando capire se lo spianamento del terreno era finalizzato a quanto richiesto nella pratica presentata al comune o se i due avessero in serbo eventuali progetti in variante a quanto inizialmente programmato.