
“Voi date fiato alle vostre trombe e noi suoneremo le nostre campane!” Sembrano riecheggiare la parole di Pier Capponi, nella sfida dei Fiorentini contro Carlo VIII, gli abitanti di Itri scesi ormai in guerra contro Formia e il suo sindaco, Sandro Bartolomeo, per la funzione, ritenuta “punitiva soprattutto verso gli Itrani”, svolta dall’autovelox installato nei pressi della Tomba di Cicerone.
Quasi come ritorsione verso la politica della giunta Bartolomeo, tesa a fare cassa con le multe, a Itri adesso si fa pressante appello al sindaco Giuseppe De Santis affinchè nell’area adibita a parcheggio presso lo scalo ferroviario del centro aurunco, attualmente in fase di ampliamento e di cui usufruiscono molti viaggiatori di Formia, venga fatto pagare un pedaggio per chi non è residente a Itri. E che il sindaco non resterà sicuramente sordo a questa “segnalazione tecnica” lo conferma il fatto di “averci messo la faccia” nella dura presa di posizione contro l’attivazione dell’autovelox in una zona dove non si contano incidenti mortali da lungo tempo.
“Semmai –dicono a Itri- un autovelox andrebbe posizionato all’uscita del tratto stradale che collega lo scalo itrano con la statale Appia e che resta nel bel mezzo di due dossi, con il rischio che, se il motore dell’auto si spegne, il mezzo che sta sopraggiungendo di corsa resta coinvolto nel sicuro e drammatico impatto”. Gli itrani, nel ricordare pure “l’ospitalità gratuita” concessa agli automobilisti forestieri nel territorio aurunco, fanno notare pure che, mentre la burocrazia regionale non ha finora autorizzato il comune ad attivare lampeggianti “dissuasori” lungo la consolare Appia in territorio itrano, come chiesto dall’amministrazione, a Formia sia stata concessa “con facilità l’autorizzazione ad attivare l’autovelox” oggetto di crescenti polemiche.
E, tra i più accaniti oppositori dell’attivazione del rilevatore di velocità, è sceso in campo anche Giuseppe Paparello, insegnante, già calciatore e attuale tecnico. Dopo averci messo la faccia nel firmare un capillare volantinaggio, si appresta a raccogliere le firme per chiedere agli organi competenti la soppressione dello strumento mai tanto odiato.