Formia, la procura cerca il georadar per le indagini alle discariche

*Una panoramica della discarica degli inerti a Penitro*
*Una panoramica della discarica degli inerti a Penitro*

C’e un solo modo per individuare con precisione se all’interno delle due discariche formiane, finite nell’indagine della procura di Cassino, ci sono gli oramai famigerati fusti tossici indicati dalle rivelazioni di Carmine Schiavone. Recentemente su base mediatica, ma da quindici anni note alle autorità governative.

La Procura di Cassino darà mandato di utilizzare un georadar per dare definitivamente un timbro di verità o di falsità alle tesi del comandante della polizia provinciale, autore di un sequestri nel 1997, e ad un altro esponente di clan, Cipriano Chianese, di recente arrestato, sulla presenza di decine di migliaia di fusti. Ora, considerando che gli interramenti possono essere avvenuti fino a 80 metri, ed eventualmente su vaste superfici, le attività di scavo devono giocoforza avvenire in maniera mirata. Come a Penitro così pure a Gli Archi: le due discariche di Formia sotto gli occhi del procuratore capo di Cassino Mario Mercone.


*La zona degli Archi: in rosso la porzione di territorio dove era ubicata la discarica*
*La zona degli Archi: in rosso la porzione di territorio dove era ubicata la discarica*

E c’è un solo modo per predisporre una indagine tanto precisa quanto efficace e poco invasiva. Si tratta di utilizzare il georadar, uno strumento usualmente utilizzato in geofisica che sfrutta l’emissione di onde elettromagnetiche nel sottosuolo e dal cui ritorno alla centralina in superficie si riesce ad ottenere una analisi dettagliata di ciò che compone la porzione di sottosuolo analizzata. Una metodologia che consente di analizzare strati di suolo da alcuni metri fino a diverse decine di metri di profondità.

Tuttavia all’efficacia e all’alta fedeltà del metodo del georadar, si contrappone la sua scarsa reperibilità in ragione dell’alto costo dello strumento, almeno nella sua versione più sofisticata e scientificamente precisa. Così la Procura dovrà attingere a quegli organismi istituzionali e scientifici che ne sono in possesso come il centro nazionale di geofisica e vulcanologia, alcuni centri nazionali di ricerca e alcune università. Perciò nel frattempo si attende di conoscere i tempi di intervento della Procura, in considerazione del fatto che le attività di indagine riguardano direttamente la pubblica salute, anche se in questo senso va detto che la conformazione stessa del terreno, specie quello di Penitro, è tale da non considerare il pericolo di inquinamento di altri cicli naturali legati al sottosuolo, all’aria o alle falde acquifere.

"L'immagine di una scansione del georadar"
“L’immagine di una scansione del georadar”

Un fatto da prendere in considerazione in virtù della natura impermeabile degli strati argillosi del sottosuolo alla periferia di Formia. Al momento la discarica risulta da qualche giorno nuovamente chiusa e i carabinieri di Formia, incaricati da Cassino a svolgere le indagini, per ora proseguite solo tra le carte e con qualche interrogatorio, saranno coadiuvati nel prosieguo degli accertamenti in loco dalle sezioni speciali per la tutela ambientale. Si attende la chiamata dell’autorità giudiziaria per i sopralluoghi e gli scavi.