Processo 'Caronte', si allontana la sentenza

processo“Non ricordo nulla. Ora vivo a Cervinia e di queste cose non ho memoria”. Si è risolto sostanzialmente così, nel corso del processo Caronte, l’esame di Cristian Rigliaco, nipote di Massimiliano Moro e che, secondo gli inquirenti, in base a quanto emerso da alcune intercettazioni sarebbe stato tra le vittime dei nomadi. Per l’accusa l’atteggiamento avuto in passato dal giovane sarebbe la prova che i Di Silvio e i Ciarelli avrebbero costituito un’associazione per delinquere, finalizzata a controllare il business criminale nel capoluogo pontino.

In aula non sono poi mancate polemiche per la presenza, durante la deposizione di Rigliaco, di un investigatore della Mobile, che successivamente avrebbe dovuto deporre proprio sulle intercettazioni riguardanti il teste e che quindi non avrebbe potuto assistere alla testimonianza.


Il processo ai 34 imputati, frutto delle indagini compiute dopo l’esplosione della guerra criminale tra rom e non rom nel 2010, va avanti. Occorrerà ancora tempo prima che i giudici  Donatella Salari, Cecilia Cavaceppi e Luigi Giannantonio possano emettere una sentenza.