Formia, morì schiacciato dal cancello. Il giudice d'Appello assolve gli imputati

tribunale_romaSi è conclusa stamattina con una sentenza di assoluzione da parte della I sezione penale della Corte d’Assise d’Appello di Roma la vicenda giudiziaria di Antonio Di Paola e Antonio Antocicco, accusati rispettivamente di omicidio colposo e favoreggiamento per la morte di Paolo Di Giacomo, il 76enne di Formia trovato morto nella serata del 11 marzo del 2003, diverse ore dopo il decesso, schiacciato da un cancello.

I difensori dei due imputati, gli avvocati Alfredo D’Onofrio e Michelangelo Fiorentino, che già nel processo di primo grado avevano sostenuto l’estraneità ai fatti contestati dei propri assistiti, stamattina hanno visto condividere dal giudice collegiale le proprie posizioni.


In primo grado, infatti, c’era stata la condanna del Di Paola ad un anno di reclusione, a sei mesi di sospensione della patente di guida, al pagamento delle spese processuali e di una provvisionale a favore della moglie del Di Giacomo e delle due figlie. Anche Antocicco era stato condannato a sei mesi di reclusione per il reato di favoreggiamento.

Il pronunciamento era dipeso dal convincimento che il Di Paola – secondo il racconto dell’Antocicco – aveva raggiunto il capannone nella zona industriale di Penitro di Formia, dove è stato rinvenuto il 76enne e, diverse ore prima del ritrovamento del cadavere, aveva urtato il cancello che poi avrebbe schiacciato e ucciso il Di Giacomo. Una correlazione che non ha convinto i giudici di Corte di Assise d’Appello i quali hanno sovvertito il pronunciamento della sentenza di primo grado con un’assoluzione “perché il fatto non costituisce reato”.