
Il caso di Roberto Berardi non è più un caso esclusivamente pontino. Il dramma dell’imprenditore di Latina da dieci mesi prigioniero in Guinea Equatoriale, dopo essere entrato in rotta di collisione con il figlio del presidente dello Stato africano, ha travalicato i confini provinciali e sta occupando il dibattito parlamentare. A presentare un’interrogazione, chiedendo risposte chiare sulla sorte del pontino al ministro degli esteri, Emma Bonino, sono stati ora due deputati del Pd, Vincenzo Amendola e Lia Quartapelle Procopio.
I due onorevoli hanno ricordato che Berardi si trova in “condizioni igieniche ed umane decisamente critiche, senza poter ricevere visite, cure mediche e cibo sufficienti” e che “ha contratto già cinque volte la malaria”. Sottolineando che i motivi della detenzione, le accuse e la condanna dell’imprenditore sono affatto chiari, i due esponenti del Partito democratico, hanno poi evidenziato che “la Repubblica di Guinea Equatoriale è uno dei paesi più repressivi dell’Africa”. Amendola e Quartapelle Procopio hanno sostenuto che la famiglia di Roberto Berardi non ha ancora ricevuto notizie sull’evolversi dei contatti avviati dalla Farnesina e chiesto allo stesso ministro di intervenire, per garantire al pontino la giusta protezione consolare e un’informazione puntuale ai familiari sulla situazione medico-sanitaria dell’imprenditore.
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