Caso Berardi, la Farnesina prova con "diplomazia". Ma la Guinea vuole 1milione e 200mila euro

*Roberto Berardi*
*Roberto Berardi*

Provoca un rumore assordante il “silenzio” intorno al quale è avvolta da qualche giorno la vicenda di Roberto Berardi.

Del caso dell’imprenditore di Latina rinchiuso nel carcere della Guinea Equatoriale sin dall’inizio dell’anno si parla poco. O meglio. Poche azioni risolutive sembrano essere rivolte alla scarcerazione del nostro connazionale accusato e condannato per una presunta frode in Africa.


A muoversi con frenesia, quasi snervante, nella consapevolezza che ogni giorno, ogni ora che Roberto trascorre in condizioni di malessere fisico e psicologico, dietro le sbarre, possono far precipitare le già precarie condizioni dell’ingegnere di Latina, allo stato attuale, sembrano siano solo amici e parenti.

Ancora nessuna azione decisiva sembra essere stata intrapresa dalle istituzioni preposte al fine di far tornare a casa Berardi. E la situazione, ovviamente, diventa sempre più preoccupante.

Le notizie che arrivano dalla Farnesina sono poco rassicuranti. Il nostro ministero degli Esteri fa sapere: “E’ un caso che stiamo seguendo da quando è scattato l’arresto, con il processo e la condanna”. Una condanna che arriva a seguito dell’accusa di sottrazione di un milione e 200mila euro dai conti correnti della società che Berardi aveva avviato con il figlio di Obiang, la Eloba spa. Ed è questa la somma che il governo della Guinea Equatoriale vuole indietro dall’imprenditore recluso per consentirgli di tornare a casa. In Italia.

Dalla Farnesina assicurano che il console spagnolo che ha competenza sul paese africano ha visitato Roberto varie volte e anche “il 16 novembre scorso. Era provato, ma in buone condizioni di salute”. Anche questa rassicurazioni non placano l’ansia dei familiari di Berardi per il quale il Ministero insisterà “con forme diplomatiche. Stiamo organizzando – assicurano – una visita ufficiale. L’abbiamo chiesta in passato e continueremo a farlo. Ma finora non ci sono state risposte. Ogni tentativo è andato a vuoto”.

Non sembrano esserci possibilità per liberare Berardi. Nessun escamotage per riportarlo a casa a breve. Neanche la possibilità che sconti la sua “pena” in Italia. L’unica cosa che consentirebbe all’imprenditore pontino di riabbracciare i suoi cari consiste nel pagare un milione e 200mila euro. Perchè “tra Italia e Guinea Equatoriale – dicono dalla Farnesina – manca un accordo bilaterale sui temi di giustizia. Le autorità africane insistono: per uscire di prigione Berardi deve restituire ciò che, a loro parere, avrebbe sottratto alla società”.