AGGIORNAMENTO – Non si presentava al lavoro, mandava certificati medici e intanto andava in giro a fare qualche lavoretto tanto per arrotondare. Questo il quadro tracciato dagli inquirenti su un ex dipendente del Ministero della Giustizia, all’epoca dei fatti in servizio presso il carcere di Velletri, che è stato ora condannato dalla Corte dei Conti del Lazio a risarcire lo Stato per danno erariale da assenteismo. Roberto Romano, 45 anni, di Minturno, tecnico informatico, è stato citato a giudizio dagli inquirenti contabili e chiamato a pagare oltre 18mila euro.
Il 45enne, che per tale vicenda è stato licenziato dal Ministero e che sul fronte penale, il 14 febbraio 2011, è stato condannato dal Tribunale di Velletri per truffa a un anno di reclusione, si è difeso sostenendo che era realmente malato e poi era vittima di mobbing da parte del direttore del carcere di Velletri. L’accusa ha invece insistito sul tasto dell’assenteismo, evidenziando anche le sanzioni disciplinare che per tali fatti il 45enne aveva ricevuto in passato.
Per i giudici non è però stato possibile, esaminando quanto accaduto dal 1999 al 30 aprile 2008, stabilire esattamente quanti e quali giorni fossero con assoluta certezza da considerare assenze ingiustificate del tecnico. Alla fine la condanna è stata così solo per 2.500 euro.
Richiesta di precisazione da avv. Roberto Palermo – 29 novembre 2013 ore 16.58
In relazione all’articolo apparso sul Vs. portale del 26.11.2013 con il titolo “informatico di Minturno processato per assenteismo, la condanna della Corte dei Conti” il sig. Romano Roberto intende precisare che il 30.11.2012 è stata emessa dalla 2° sezione penale della Corte d’Appello di Roma la sentenza con cui il sig. Romano è andato assolto da tutti i reati ascrittigli in quanto non vi è agli atti alcuna prova che i certificati medici attestanti la malattia non corrispondessero alle effettive condizioni di salute dell’imputato.
Tanto più, inoltre, che nei fatti di cui ai capi d’imputazione vengono meno tutti gli elementi dell’artifizio e del raggiro per configurare il reato di truffa.
È evidente, pertanto, che le denunce presentate dall’allora direttore del Carcere di Velletri sono state smentite dalla Magistratura che ha in tal modo riconsegnato al sig. Romano Roberto quella dignità d’uomo che, per quanto mai persa, per lungo periodo è risultata mortificata da atteggiamenti prevaricatori e umilianti nei confronti di un onesto lavoratore colpevole, si fa per dire, di non avere la simpatia del suo superiore.
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0 Responses to "Informatico di Minturno processato per 'assenteismo', la condanna della Corte dei Conti"
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Vi ringrazio infinitamente per il momento di “Notorieta'” grazie di cuore
ma come Enzo Tortora diro’ :Dove eravamo rimasti?
Tanto per dovizia di particolari in realta’ ero un umile riparatore radiotelevisivo e non un “Informatico” conteggero’ in separata sede la disparita’ di retribuzione
Vi invito a visitare il mio blog, per decenza (ovviamente la vostra) non mi ero mai preoccupato di renderlo noto grazie per l’occasione..
http://nogiustizia.blogspot.it
Roberto Romano
Articolo 195 comma 4 c.p.p recita:
Non può essere utilizzata [c.p.p. 191] la testimonianza di chi si rifiuta o non è in grado di indicare la persona o la fonte da cui ha appreso la notizia dei fatti oggetto dell’esame.
Il fenomeno della testimonianza indiretta (o de relato) ha da sempre assunto una rilevanza indiscutibile nell’esperienza del processo penale: tutt’altro che rara è, infatti, l’ipotesi in cui un testimone, esaminato in ordine alla conoscenza di un fatto, riferisca di averlo appreso da un terzo soggetto (es.: Tizio, chiamato a rispondere sulla presenza di Caio in un certo luogo e ad una determinata ora, riferisce che la circostanza gli risulta in quanto così ha appreso da Sempronio, non ancora entrato, a nessun titolo, nel processo). Sviluppando alcune linee interpretative tracciate dalla giurisprudenza, il legislatore ha fissato una serie di regole tese non ad impedire, sempre e comunque, qualsiasi esposizione di fatti non verificatisi sotto gli occhi del dichiarante, ma piuttosto a consentire un controllo di conoscenza del contenuto della dichiarazione de relato (in tal senso vedi Cass, VI, sent. 11716 del 21-8-1990).
Non può formare oggetto di testimonianza indiretta la narrazione di un episodio a cui il dichiarante abbia preso parte solo parzialmente, giungendo, in via deduttiva, alla ricostruzione dell’intera vicenda.
Organi ministeriali,
Non siamo al bar dello sport,
il sentito dire non e’ accettato.
Roberto Romano 338 7464717
(io mi firmo e do recapiti)
04026 – Minturno (LT)
p.s. siete Desolanti
Egregio Sig.: Clemente Pistilli, Pensavo che la vostra testata giornalistica si occupasse di fornire notizie ‘H24′ cioè recenti, Non notizie della serie almanacco del’anno che fù anche perche’ di “orrori” me ne sono stati attribuiti, rimango alquanto perplesso sulla tempistica e sulla reale necessità di spacciare come aggiornamento una notizia non solo datata, ma ‘monca’ di alcuni piccoli particolari, come la mia TOTALE ASSOLUZIONE avvenuta ‘solo’ lo scorso anno. Se poi aggiungiamo notizie che solo “Lei?” conosce come il fatto di aver associato il mio licenziamento alla causa, da “Lei?” rispolverata, il suo intervento appare per lo meno inopportuno per quanto mi riguarda, ma talmente inutile che forse potrebbe ritornare utile a qualcun altro??
Le faccio presente che siamo al 30 novembre 2013 cosi tanto per fare un Aggiornamento:
“Non c’è legge o Giudice peggiore,
di colui che non si sappia immedesimare nella persona che ha subito il danno”
Volevate portarmi sul vostro piano per fare quelo che vi pare? (andando nel penale) vi e’ andata male, ora andiamo a vedere chi penzolerà dalla corda, io o VOI VIGLIACCHI
“Io sono innocente. Spero, dal profondo del
mio cuore, che lo siate anche voi.” (Enzo Tortora)
B.R. Subito il primo ad armarsi saro’ IO
Serial
killer ARMATI in giro, mostro del circeo che non solo ammazza nel 1975
ma che esce dal carcere grazie a dei giudici di PALERMO e continua ad
ammazzare una donna ed una ragazza di 14 anni, ASSISTO CON I MIEI OCCHI
all’ ingresso della ‘SPOSA’ di ANGELO IZZO NEL CARCERE DI VELLETRI con
lo sguardo rassegnato degli AGENTI DI POL PEN.
(signori educatori ma che c’e’ da riabilitare??)
Per i magistrati: VOI siete come NOI se SBAGLIATE DOVETE PAGARE,
adesso mandatemi il MOSTRO A CASA pardon.. RILASCIATELO IN SEMILIBERTA’
il mio indirizzo lo conoscete,, sono noto al DAP.
eh si’ sono stato proprio licenziato… MA ALMENO SONO VIVO scrivete le favoline e il meteo… (COGLIONI!!)
Ultime notizie: la sentenza civile e’ appellabile (visto che sono innocente a livello penale) quindi NON VI DEVO UN CENTESIMO cioe’ devo essere RISARCITO contribuenti, PAGAREEEEEEE