
Era uno dei grandi favoriti per la vittoria finale nella corsa alla poltrona di primo cittadino, quello che sarebbe stato solo l’ennesimo titolo di un curriculum finora invidiabile. Eppure, giunto alla resa dei conti finale, lo scorso 5 novembre, giorno delle elezioni, si è ritrovato con una sconfitta per certi versi inaspettata.
Stiamo parlando del repubblicano Michael Fedele, nativo di Minturno ed emigrato negli Usa a tre anni assieme ai genitori. Fino a pochi giorni fa, era il favorito nell’elezione a primo cittadino di Stamford, polo industriale del Connecticut, agglomerato all’area metropolitana newyorkese e gemellato con la cittadina del Basso Lazio. Oltre 100mila abitanti, per quella che è la terza città della zona per industrie, dietro solo a Chicago e New York, conosciuta agli appassionati di sport entertainment per essere la sede della “Wwe”, la principale federazione di wrestling mondiale.
A separare Fedele dalla vittoria in favore dell’outsider democratico David Martin, a conti fatti, solamente poche centinaia di voti. E dire che i pronostici erano tutti dalla sua parte, non solo perché i tour elettorali sembravano andare a gonfie vele.
Fondatore e presidente di una società di informazione tecnologica, era l’unico dei papabili ad aver servito lo stato del Connecticut a tutti i livelli di governo, con una carriera politica di successo iniziata sul finire degli anni Ottanta con un primo incarico in ambito distrettuale, per poi essere nominato nei ranghi dell’assemblea generale statale. Dal 2007 al 2011 Fedele aveva addirittura ricoperto la carica di vice-governatore dello stato.

Ma dalla sua, in questa tornata elettorale, il manager d’origine pontina non aveva solo l’esperienza. Era il secondo per entità di fondi impiegati, in quella che è stata una campagna elettorale, dal punto di vista economico, senza precedenti per Stamford. Ed era uno dei grandi favoriti anche per via del sostegno ricevuto. Non soltanto dalla grossa comunità minturnese stanziata in zona da inizio Novecento. A sostenere con forza la sua candidatura, il sindaco uscente, il repubblicano Michael Pavia, l’ex governatore del Connecticut e l’attuale governatore del vicino New Jersey.
Sponsor d’eccezione che non sono bastati. Come non è bastata una campagna elettorale hi-tech, caratterizzata dalle videoconferenze con i cittadini, e la promessa di puntare, nel caso di elezione, su sviluppo economico e potenziamento delle infrastrutture.